Un uomo di 26 anni è stato condannato a 10 anni di reclusione con l’accusa di maltrattamenti fisici nei confronti del figlio della compagna. Nel gennaio del 2022 il bimbo, 6 anni, era stato ricoverato d’urgenza all’ospedale infantile Regina Margherita di Torino perché l’imputato lo aveva preso a pugni nello stomaco. Il piccolo è riuscito a sopravvivere grazie a un intervento chirurgico in cui i medici gli hanno asportato 30 centimetri di intestino: vittima di comportamenti aggressivi e percosse da parte del patrigno, inoltre, era stato costretto a mentire per insabbiare le violenze subite.

Lo scorso 25 gennaio, come riportato da Today, l’uomo è finito in carcere per altri reati e, proprio in quell’occasione, la madre del bimbo è riuscita a denunciarlo. La donna, infatti, durante il ricovero del piccolo (proprio perché era terrorizzata dal compagno), aveva raccontato che il figlio era caduto dalle scale. Le motivazioni che hanno portato alla condanna dell’uomo, inoltre, sono state ampiamente descritte dalla giudice dell’udienza preliminare Ersilia Palmieri che, all’interno di un documento di 36 pagine, ha riportato le violenze subite dalla fidanzata dell’imputato e dal figlio di sei anni tra il 2021 e il 2022:

Ha martoriato il corpo del piccolo e a fronte della grande sofferenza del bambino, non lo ha nemmeno portato al pronto soccorso, minimizzando e nascondendo i fatti.

Lo scorso 14 gennaio – ha proseguito il gup – Dopo essere rientrata dal lavoro, la donna ha trovato il figlio a letto, dolorante e incapace di alzarsi”, soffermandosi sulla decisione della mamma di chiamare l’ambulanza e soccorrere il piccolo: “Solo l’improvvisa presa di coscienza della madre e soprattutto l’intervento chirurgico ne hanno evitato la morte”.

Inizialmente però, terrorizzata dal compagno, anche la madre mente ai medici, dicendo che è caduto dalle scale”, ha aggiunto Palmieri. Il patrigno costringeva il bambino a nascondere le violenze subite, promettendogli di portarlo in vacanza e regalargli dei giochi.

La psicologa dell’ambulatorio, tuttavia, aveva notato un atteggiamento insolito da parte del piccolo: “Nonostante il dolore e il pianto, non si lamenta e non tenta di allontanare da sé gli stimoli che gli creano dolore o frustrazione”. Alla fine, il bimbo ha trovato la forza di confidarsi alla professionista, rivelando di essere stato vittima di continue percosse da parte del patrigno e docce fredde usate come punizione.

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