Nonostante il calcio femminile stia battendo ogni record di presenze alle partite e suscitando notevole interesse tra i tifosi, l’ombra del sessismo non si allontana e i pregiudizi maschilisti continuano a essere un grosso ostacolo per le calciatrici.

Nonostante l’evidente decollo, le competizioni calcistiche femminili continuano a rimanere indietro rispetto a quelle maschili. Molto ha a che fare con la copertura, gli investimenti e quindi gli introiti generati. Ma è anche importante tenere conto del fatto che esiste uno stigma sessista la cui esistenza è stata dimostrata da Carlos Gómez, ricercatore spagnolo presso l’Istituto di economia aziendale dell’Università di Zurigo.

Gómez ha deciso di smantellare la convinzione che gli sport maschili siano semplicemente migliori di quelli femminili perché i giocatori sono “più grandi, più forti e più veloci”.

Partendo dal presupposto che le informazioni specifiche di genere possono influenzare la nostra percezione della qualità, il ricercatore – in un articolo pubblicato da Sport Management Review, una rivista specializzata in gestione dello sport – ha spiegato di aver condotto un esperimento con 613 partecipanti che sono stati abbinati a giocatori e giocatrici d’élite.

In primo luogo, i partecipanti sono stati invitati a valutare la qualità del gioco degli atleti in video in cui il sesso degli atleti era chiaramente riconosciuto. Lo stesso video è stato quindi riprodotto loro con le caratteristiche di genere rimosse. Utilizzando un’analisi retrospettiva, il gruppo di ricerca ha concluso che i video di giocatori di sesso maschile hanno ottenuto punteggi più alti solo quando gli spettatori sapevano che erano uomini quelli che stavano osservando durante la partita.

“Questo risultato smentisce l’ipotesi che la scarsa domanda di calcio professionistico femminile sia legata alla qualità delle prestazioni delle giocatrici”, ha spiegato Gómez, convinto che smantellare questi pregiudizi sia fondamentale per migliorare la visibilità della competizione.

In una recente intervista a S Moda, la calciatrice Alexia Putellas ha sostenuto questa stessa tesi: “La visibilità è alla base di tutto. È come la chiave per far girare la ruota. Ciò che non si vede non esiste. È basilare, così come all’epoca la ruota maschile cominciava a girare con le partite aperte”.

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