Carlo Acutis, nato il 3 maggio 1991 a Londra da genitori italiani, è diventato un’icona della fede cattolica nel mondo moderno. Nonostante la sua breve vita, Carlo ha lasciato un’impronta indelebile nella storia della Chiesa, diventando un esempio di santità per molte persone in tutto il mondo.

Fin da giovane Carlo ha manifestato una profonda devozione per la fede cattolica. Andava quotidianamente a messa, recitava il rosario, creava siti web su cui diffondere il Vangelo. Uno di essi ha documentato i miracoli eucaristici in tutto il mondo. Questa intensa spiritualità lo ha guidato in ogni aspetto della sua vita, colpendo profondamente lo stesso Papa Francesco che lo ha reso il primo Beato tra i Millennials, nel 2020, 14 anni dopo la sua morte causata da una leucemia fulminante. Oggi avrebbe 33 anni.

La beatificazione di Carlo si è svolta il 10 ottobre 2020 ad Assisi. Il suo corpo è esposto lì in una teca, avvolto da una semplice tuta la ginnastica. La cerimonia ha attirato l’attenzione di tutto il mondo, con molti che si sono lasciati ispirare dalle sue azioni. Carlo è riconosciuto come “il santo di Internet” in tutto il mondo, e sua madre Antonia Salzano Acutis ha spiegato il motivo nel libro Il segreto di mio figlio. Perché Carlo Acutis è considerato un santo, scritto insieme a Paolo Rodari.

“In tanti mi chiedono quale sia il segreto nascosto dietro la figura di mio figlio Carlo, che in pochi anni ha saputo conquistare l’amicizia e l’affetto di una moltitudine di persone che nella preghiera chiedono la sua intercessione. Perché un semplice ragazzino, morto a quindici anni, è invocato in tutto il mondo? Perché la Chiesa lo ha proclamato beato? Quale, insomma, il ‘mistero di luce’ che lo accompagna? Tanti hanno voluto raccontare Carlo, ma non è semplice riuscire a cogliere l’individualità di una persona se non si è entrati in relazione diretta con lui, se è vero che “l’essenziale è invisibile agli occhi e non si vede bene che con il cuore””, ha scritto Salzano Acutis.

“Un fortissimo e innato senso religioso portava mio figlio ad aprirsi agli altri, in particolare agli ultimi, ai poveri e ai deboli”. “Carlo ha vissuto sempre proteso verso Dio”, ha aggiunto. “Diceva che “la conversione è un processo di sottrazione: meno io per lasciare spazio a Dio”.”

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