Carolina Marconi, ex concorrente del Grande Fratello, ha parlato a Gente del suo tumore al seno, scoperto nel 2019. Alle pagine del settimanale, la showgirl ha menzionato le sue protesi mammarie, avanzando il dubbio che esse possano avere influito sulla malattia:

Prima di ammalarmi avevo delle protesi al seno e forse hanno influito anche quelle, cercherò di capire meglio. In ogni caso il mio tumore, che era molto aggressivo ma anche molto piccolo, non si è visto bene subito da mammografia ed eco. C’è voluta una risonanza perché venisse diagnosticato. Per questo dico: “Ragazze, se avete delle protesi al seno, siate ancora più attente. E se c’è qualcosa, non accontentatevi del primo parere”.

Ma non a tutti è andata giù questa dichiarazione. Roy De Vita, Primario di Chirurgia Plastica dell’Istituto Nazionale dei Tumori Regina Elena di Roma, ha deciso di rispondere su Instagram. “Il dubbio di Carolina Marconi sulle protesi mammarie – privo di qualsiasi evidenza scientifica- è stato espresso con eccessiva superficialità non pensando al panico ingiustificato che potrebbe creare”, ha scritto a corredo del video, nel quale spiega:

Deve stare molto attenta a quello che dice, perché le donne portatrici di protesi mammaria in Italia sono centinaia di migliaia, e nel mondo sono milioni. E non sono solo donne che hanno fatto chirurgia estetica, ma tra loro ci sono moltissime pazienti che hanno avuto il tumore al seno esattamente come Lei, e sono state ricostruite con protesi mammarie. Per cui fare un’affermazione come quella che Lei ha fatto, capisce che effetto destabilizzante può avere su queste donne? Un’affermazione che non ha un briciolo di evidenza scientifica.

Poi, spiega che le protesi mammarie sono “tra i dispositivi più studiati in assoluto al mondo. La letteratura scientifica ci dice che non esistono differenze di percentuale di insorgenza di tumore tra la popolazione femminile con e senza protesi, ma c’è addirittura uno zero virgola in meno nella popolazione portatrice i protesi mammarie”.

Il tumore al seno è il più frequente tumore femminile, ogni anno in Italia ci sono 56.000 nuovi casi, una donna su otto è colpita dal tumore al seno”, conclude il medico, parlando poi della prevenzione, da lui chiamata “sorveglianza”, ovvero il monitoraggio tramite esami e visite. Cosa che Marconi dichiara di aver ritardato, raccontando a Gente:

Quando mi hanno trovato un tumore al seno non avevo fatto una prevenzione corretta: c’era il Covid, avrei potuto fare i controlli regolari con mascherina e tutte le precauzioni necessarie, ma ho avuto paura e ho ritardato la mammografia. L’ho fatta a due anni e mezzo dalla precedente: ho scoperto dopo che se l’avessi fatta solo un anno e mezzo prima mi sarei salvata da tumore, chemioterapia, asportazione di 13 linfonodi e mastectomia totale.

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