Prendere per il collo la moglie, anche se l’azione non provoca ecchimosi né lesioni, è da considerare tentato omicidio. Questa è la decisione espressa dalla Cassazione nella sentenza n. 48845 depositata il 7 dicembre 2023, che ha portato alla condanna di un uomo a 10 anni di carcere per tentato femminicidio (e maltrattamenti in famiglia) dopo che era arrivato a spingere la donna con cui è sposato giù dalle scale dopo averla afferrata al collo.

Esercitando una pressione crescente – questo quanto scritto dai giudici della Suprema Corte – l’aveva sollevata da terra, provocandone l’offuscamento della vista e una momentanea perdita di conoscenza”.

I legali che hanno assistito l’imputato nella causa hanno provato a sostenere che l’azione violenta, ammessa già in dibattimento, non era volta a uccidere. Lui, infatti, era arrivato ad afferrare la donna per il collo con la mano sinistra, ma essendo destrorso non aveva avuto la forza necessaria per causarle un reale danno fisico. Gli avvocati hanno inoltre evidenziato l’assenza di danni clinici tanto gravi da poterla uccidere, dal momento che l’annebbiamento della vista non è un parametro tecnico-scientifico.

La Cassazione, secondo quanto riporta Il Messaggero, ha dato parere differente: “La scarsa entità (o anche l’inesistenza) delle lesioni provocate alla persona offesa non sono circostanze idonee ad escludere di per sé l’intenzione omicida – si legge ancora – in quanto possono essere rapportabili anche a fattori indipendenti dalla volontà dell’agente, come un imprevisto movimento della vittima, un errato calcolo della distanza o una mira non precisa, ovvero, come nella specie, all’intervento di un terzo”. 

In questo caso a interrompere la violenza dell’uomo era stato il figlio della coppia.

L’episodio era avvenuto nell’abitazione dove i tre vivevano, situata in provincia di Brescia. A chiedere l’intervento delle forze dell’ordine era stata la donna, che aveva parlato del tentativo di strangolarla da parte del marito, come aveva poi confermato anche il figlio nel corso delle indagini. La vittima aveva segnalato di avere avuto la vista offuscata e di avere perso momentaneamente conoscenza nel momento in cui il coniuge l’aveva spinta contro il muro per poi sollevarla da tempo con una forza sempre maggiore.

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