Perché non è vero che "C'è ancora domani" è candidabile come Miglior Film agli Oscar

Diversamente da quanto riportato da alcuni media italiani e dal ministero della Cultura, il film di Paola Cortellesi non rispetta i criteri per essere inserito nella categoria Miglior film agli Oscar.

C’è ancora domani è stato senza alcun dubbio il vero successo cinematografico del 2023; con 5448552 biglietti venduti e un incasso totale di 36841823 euro, il film di Paola Cortellesi è stato il più visto e con il maggior incasso in italia in quell’anno, e il secondo dell’anno successivo, dietro solo a Inside Out 2.

Distribuito in 126 Paesi, fra cui gli Stati Uniti, negli scorsi giorni diversi giornali italiani hanno erroneamente riportato la notizia di una possibile candidatura della pellicola agli Oscar, tanto che la stessa Cortellesi aveva scherzato spiegando che il film avesse la possiblità di entrare nelle cinquine degli Academy Awards “pari, direi, alla vita di un gatto in tangenziale, a Roma, nell’anno del giubileo”.

Anche il ministero della Cultura ha pubblicato una nota, lunedì, per celebrare la selezione da parte dell’Academy of Motion Picture Arts and Sciences, che ogni anno assegna i prestigiosi premi, del film della regista romana, indicandolo come “uno dei lungometraggi che parteciperanno alla corsa all’Oscar come miglior film dell’anno”.

Tuttavia, pur essendo effettivamente stato incluso nella lista dei film che l’organizzazione ritiene “eligible”, ovvero in possesso dei requisiti necessari per ricevere un premio Oscar, C’è ancora domani non può concorrere perché questi requisiti non sono applicabili a tutte le categorie.

La regola principale per essere considerati “eligible” è che il film sia stato proiettato nella contea di Los Angeles, a New York, nella Bay Area, a Chicago, Dallas-Fort Worth o Atlanta per almeno una settimana; sono moltissimi i film che hanno questo requisito, 323 solo quest’anno, ma ciò non significa necessariamente che sperino di ottenere un premio, ma solo che l’Academy, in linea teorica, li ritiene idonei a riceverne uno.

Ma per poter essere candidati agli Oscar nella categoria Miglior film ci sono criteri decisamente più ferrei da rispettare, annunciati nel 2020 ma applicati solo dallo scorso anno e specificati nel regolamento ufficiale dell’Academy, nella cosiddetta rule nineteen (regola 19). La vera discriminante è rappresentata dai cosiddetti Representation and Inclusion Standards (RAISE), che hanno a che fare con il genere, l’orientamento sessuale, l’appartenenza a minoranze e la disabilità, e che sono divise in quattro criteri. Per essere candidati nella categoria Miglior film ogni pellicola deve rispettarne almeno uno.

Perciò, il primo criterio richiede che il film abbia tra i suoi personaggi principali rappresentanti delle categorie di minoranza; in secondo luogo che anche nella troupe ci sia una sostanziosa rappresentanza di persone appartenenti a categorie di solito sottorappresentate, anche se non in ruoli di leadership.

Il terzo riguarda, sempre per le stesse categorie di persone, la possibilità di accedere a stage e “apprendistato retribuito”, mentre il quarto prevede la presenza di persone di queste categorie anche nelle aree che si occupano di marketing, pubblicità e distribuzione del film.

Di conseguenza è molto probabile pensare che l’esclusione di C’è ancora domani dalla lista dei candidabili come Miglior film sia dipesa proprio dal non rispetto delle condizioni richieste da almeno due delle quattro categorie, così come accaduto al 36% dei film definiti eligible, ovvero 116 su 323.

È chiaro che il criterio dei RAISE sia facile oggetto divisivo, all’interno del dibattito sulla candidabilità delle pellicole; da un lato c’è chi lo vede come un innovativo tentativo di includere categorie prima mai o poco rappresentate nel mondo cinematografico, dall’altro invece c’è chi lo ritiene solo un tentativo di pink washing improntato al politically correct.

C’è ancora domani è nella lista dei film che possono essere nominati nelle categorie Miglior sceneggiatura, Miglior regia e Miglior attrice protagonista. A concorrere nella categoria Miglior film per l’Italia sarà Vermiglio, di Maura Delpero.

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