Cento anni di Mario Rigoni Stern: lo scrittore di Asiago che raccontò la Guerra

Nato il 1 novembre 1921, seppe descrive con grande trasporto la sua esperienza nel secondo conflitto mondiale e l’amore per la sua montagna. Il suo romanzo più famoso è Il sergente nella neve, un'autobiografia della ritirata di Russia.

Sono passati cento anni dalla nascita di Mario Rigoni Stern, lo scrittore italiano nato il 1 novembre 1921, che ha saputo raccontare con grande trasporto sia la sua esperienza nella Seconda Guerra Mondiale, sia l’amore per il suo paese e quello che provava per la montagna. Il suo romanzo più famoso è Il sergente nella neve, un’autobiografia della ritirata di Russia. Legatissimo alla sua terra, l’altopiano di Asiago, fu definito da Primo Levi come “uno dei più grandi scrittori italiani”.

Nel 1938, entrò alla Scuola Militare d’alpinismo di Aosta e combatté come alpino in Francia, Grecia, Albania, Russia. Proprio durante i combattimenti in terra sovietica, Stern inizia a dubitare degli indottrinamenti del regime fascista, che sin dalla tenera età gli erano stati imposti dalle istituzioni. In quel Paese così lontano da casa, lui e il suo battaglione erano soli, abbandonati sul fiume Don, privi di copertura aerea, di istruzioni e di comandanti.

Al suo ritorno, rifiutò di aderire alla Repubblica sociale di Mussolini e fu deportato in un campo di concentramento a Hohenstein, nella Prussia orientale. Rientra a casa, a piedi, il 5 maggio 1945. “L’uomo dell’Altopiano”, da allora, non si mosse più dal suo paese natìo, dedicandosi alla sua montagna e al mestiere di scrittore. Debutta nell’editoria nel 1953, con il libro autobiografico Il sergente nella neve, pubblicato da Einaudi, in cui racconta la sua esperienza di sergente degli alpini nella disastrosa ritirata di Russia durante la seconda guerra mondiale.

Successivamente pubblica altri romanzi tutti ispirati al grande rispetto e amore che nutriva per la natura, ma anche alla sua passione venatoria. Un cacciatore sì, ma colmo di valori umani e ambientali che egli riteneva molto importanti, temi trattati anche nei libri Il bosco degli urogalli e Uomini, boschi e api. Per le sue opere gli sono stati attribuiti numerosi premi letterari nazionali, come il Bagutta, Campiello, Grinzane Cavour, Feltrinelli, Chiara e Flaiano.

Per la sua sensibilità verso il mondo della natura e della montagna l’11 maggio 1998 l’Università di Padova gli conferì la laurea honoris causa in Scienze forestali e ambientali. Nel 1999 girò con Marco Paolini un film-dialogo diretto da Carlo Mazzacurati, Ritratti: Mario Rigoni Stern. Nella pellicola raccontò la sua esperienza di vita, la guerra, il lager e il ritorno a casa con queste parole:

“Il momento culminante della mia vita non è stato quando ho vinto premi letterari, o ho scritto libri, ma quando la notte dal 15 al 16 sono partito da qui sul Don con 70 alpini e ho camminato verso occidente per arrivare a casa, e sono riuscito a sganciarmi dal mio caposaldo senza perdere un uomo, e riuscire a partire dalla prima linea organizzando lo sganciamento, quello è stato il capolavoro della mia vita…”.

Nel 2005 gli venne conferita la cittadinanza onoraria di Montebelluna e nel 2007 quella di Firenze. Lo stesso anno l’Università degli studi di Genova gli diede la laurea honoris causa in Scienze politiche. La notizia della morte di Mario Rigoni Stern, avvenuta ad Asiago il 16 giugno 2008, per espressa volontà dello scrittore, venne divulgata solo il 18, a funerali avvenuti. Per celebrare il centenario della sua nascita, il 30 e il 31 ottobre 2021 si svolge ad Asiago il convegno internazionale “Mario Rigoni Stern e il suo Altipiano, cento anni di etica civile, letteratura, storia e natura”, curato dal biografo dello scrittore Giuseppe Mendicino.

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