Era il 23 luglio 1994 quando la giovane Alessia Rosati, una ragazza appena 21enne iscritta alla Facoltà di Lettere della Sapienza di Roma, scomparve misteriosamente. All’epoca della scomparsa Alessia viveva con i genitori e il fratello in Val di Non, nel quartiere Montesacro.

Quel lontano 23 luglio di quasi 30 anni fa era uscita di casa per assistere all’esame di maturità di un’amica, ma non aveva più fatto ritorno a casa. “Torno a pranzo, così partiamo assieme per andare a casa di nonno in Umbria”, aveva detto prima di uscire di casa ai suoi genitori e al fratello.

Qualche giorno dopo, l’amica ricevette una lettera di Alessia (la calligrafia era la sua) in cui la rassicurava di essere partita per un viaggio in giro per l’Europa con un ragazzo “molto importante”. Di lei, poi, non si seppe più nulla.

Alessia era una ragazza normalissima della sua età, appassionata di politica. Vicina agli ideali della sinistra, frequentava il Forte Prenestino e il Villaggio Globale. La si vedeva spesso anche nelle “aulette blu” della Sapienza.

Dopo quasi tre decenni di ricerche infruttuose, i suoi genitori hanno dimostrato una straordinaria perseveranza nel cercarla. Si sono anche rivolti a una medium, che era convinta che la  giovane si trovasse nel Parco delle Valli. La medium ha suggerito loro di rivolgersi a un’associazione cinofila specializzata in questo tipo di ricerche.

Tre cani addestrati, partiti dall’associazione, hanno trovato in un cespuglio di gelsomino un frammento osseo, che poi si è scoperto essere di origine animale. Il caso di Alessia Rosati, quindi, è ancora avvolto dal mistero.

Il caso Alessia Rosati riaperto

Nel 2019 il caso di Alessia è stato riaperto alla luce di nuovi indizi sottoposti al vaglio della Procura di Roma. A fornirli, il fotografo Marco Accetti, un nome conosciuto ai più, dal momento che in passato fu accusato dei rapimenti di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori. Aveva anche investito e ucciso il piccolo Josè Garramon nel 1983.

Accetti ha dichiarato di aver incontrato Alessia nel 2015, di averla ospitata presso la sua abitazione e di essere a conoscenza del fatto che fu sequestrata dai servizi segreti per essere utilizzata come strumento di ricatto durante le tensioni che coinvolsero il SISDE nel 1994, in seguito allo scandalo dei fondi neri.

“La mia idea è che la sua storia sia avulsa rispetto ai casi di scomparsa a cui è stato associato”, ha dichiarato lo scrittore e giornalista Mauro Valentini. “Alessia ha una storia personale completamente diversa e lontana da ogni collegamento con quei casi di cronaca. Purtroppo qualcuno fa del chiacchiericcio inventando dei romanzi d’appendice quando invece si dovrebbe capire perché non si è fatta nessuna indagine su questa vicenda ma si è archiviato tutto, semplicemente perché era già maggiorenne”.

“Alessia avrà avuto dei conflitti come tutti gli adolescenti ma dubito volesse far precipitare per 30 anni i suoi genitori nel baratro per pura ripicca. Molto probabile che parliamo di un ennesimo omicidio mascherato da scomparsa. La mia sensazione è che sia accaduto qualcosa di grave ad Alessia”.

Secondo il padre di Alessia, Antonio, nel 1994 non fu fatto nulla per ritrovare la ragazza, perché tutti avevano creduto alla lettera ricevuta dall’amica. “Io penso che potrebbe essere iniziata così, che Alessia abbia fatto una prova ma non so se poi è riuscita a tenere il gioco in mano”, ha riferito.

All’epoca Alessia aveva una relazione con un ragazzo dei centri sociali di Roma, soprannominato “Bugia”. Ma su di lui c’è sempre stato un grande mistero.  “Non abbiamo idea di chi possa essere” ha ammesso il padre di Alessia “e nessuno ci ha mai detto nulla, nessuno si è mai affacciato a dire qualcosa in questi anni, è come se Alessia non avesse mai vissuto. Se Alessia è scappata, un motivo ci sarà. Mia figlia ha un po’ bruciato le tappe, era molto attiva politicamente. L’attesa è sempre più fievole, io non mi aspetto più niente”.

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