Chiara Ferragni indagata anche per le uova di Pasqua e la bambola Trudi

L’imprenditrice è stata iscritta nel registro degli indagati per truffa aggravata per altre due iniziative commerciali a scopo benefico. Le accuse si andrebbero quindi a sommare a quella per l’iniziativa del pandoro Pink Christmas.

Aumentano le accuse a carico di Chiara Ferragni. Dopo giorni di accertamenti, l’imprenditrice è stata iscritta nel registro degli indagati della Procura di Milano, con l’ipotesi di truffa aggravata, per le vicende correlate alle vendite delle uova di Pasqua Dolci Preziosi e della bambola Trudi. Presunte truffe che si andrebbero quindi a sommare a quella del pandoro Pink Christmas, per la quale Ferragni era stata indagata già qualche settimana fa.

Le nuove contestazioni sarebbero emerse nell’atto con il quale la Procura di Milano ha attivato la Cassazione per il conflitto tra pm per la competenza territoriale ad indagare sulla vicenda Balocco: ora, il Procuratore Generale della Suprema Corte stabilirà quali procure dovranno trattare i procedimenti, se quella di Milano, dove hanno sede le due società di Chiara Ferragni, o quella di Cuneo, dove si trova l’azienda dolciaria.

La questione delle uova di Pasqua Dolci Preziosi era emersa già da qualche tempo. Secondo quanto denunciato da Selvaggia Lucarelli sulle pagine del Fatto Quotidiano, il meccanismo sarebbe stato simile a quello dei pandori Balocco: l’influencer avrebbe quindi prestato il volto al marchio come testimonial, mentre si suggeriva al pubblico che parte del ricavato sarebbe andato a delle associazioni di beneficenza (in questo caso, ‘I bambini delle fate‘) le quali, però, avrebbero poi ricevuto una somma fissa donata dalla sola azienda, e non correlata ai ricavati delle vendite del prodotto sponsorizzato.

Diversa la questione delle bambole Trudi, realizzate in limited edition e il cui ricavato sarebbe andato all’associazione americana Stomp Out Bullying contro il bullismo: in questo caso, pare infatti che la CEO dell’associazione, Ross Ellis, abbia dichiarato di non aver ricevuto alcuna donazione.

Nel frattempo, è attesa per giovedì 25 gennaio 2024 la norma sulla trasparenza nelle attività commerciali a scopo benefico: “(…) la vicenda ha fatto vedere che effettivamente c’è un buco, per quanto riguarda la trasparenza, nella normativa delle attività commerciali che hanno anche uno scopo benefico – ha detto la premier Giorgia Meloni a Quarta Repubblica – Voluto o non voluto è una cosa nella quale si può incappare. Quindi noi adesso stiamo facendo una norma che dice che per le attività commerciali che hanno anche uno scopo benefico sulla confezione di quello che vendi devi specificare a chi vanno le risorse, quante risorse vanno”.

La discussione continua nel gruppo privato!
Seguici anche su Google News!