Beatrice Weber è riuscita a sfuggire alla sua comunità chassidica ebraica a 39 anni, dopo aver avuto ben 10 figli da suo marito.

Come lei stessa ha raccontato in un articolo scritto di suo pugno per l’HuffPost, un giorno è uscita dalla sua casa nel quartiere di Monsey, nello stato di New York, è salita sulla sua auto (dove l’aspettavano quattro dei suoi dieci bambini, i più piccoli) ed è partita per sempre, cacciando indietro le lacrime per aver abbandonato gli altri sei figli.

Nel suo cuore tanta speranza ma anche paura per l’incertezza del suo futuro e di quello dei piccoli. “Andremo in giro per un po’ e poi arriveremo a casa di un nostro cugino poco prima che inizi la vacanza”, ha detto ai suoi figli, nascondendo la reale preoccupazione.

Beatrice ha scelto quindi di dire addio alla sua vita matrimoniale, che da anni non andava bene. A nulla sono servite le consulenze di coppia, l’unica cosa che voleva fare era allontanarsi dal marito, sposato con matrimonio combinato. Ma lui l’aveva minacciata che, qualora avesse deciso di andarsene, non avrebbe più rivisto i suoi figli.

“Per molti anni mi sono vantata di essere una brava figlia, una madre altruista e una moglie compiacente secondo la tradizione chassidica. Ma in quel momento sapevo che dovevo andarmene”, ha scritto Beatrice nel suo articolo per HuffPost. In particolare ha ricordato di aver occupato per molti anni il posto più vicino alla cunia della tavola da pranzo, in modo da potersi occupare, durante i pasti, sia delle pietanze da servire che dei figli. Proprio durante uno di questi pasti, Beatrice ha vissuto un’esperienza davvero sconvolgente.

Mi ero abituata a stare zitta durante i pasti dello Shabbat e a servire il cibo invece di contribuire alla conversazione. Era quello che voleva mio marito. Ma un venerdì sera una conversazione che stava avendo con mio figlio maggiore ha attirato la mia attenzione e ho iniziato a condividere i miei pensieri. Mi ero appena cavata le parole di bocca quando vidi mio marito agitare la mano in segno di disprezzo. “Non prestare attenzione. Non è rilevante” disse, senza incontrare i miei occhi. “Il Talmud [libro rappresentativo delle usanze ebraiche, ndr.] dice che le menti delle donne sono volubili, ed è per questo che è loro proibito imparare il Talmud”.

Un’affermazione che lei ha accolto con grande rabbia, che però ha dovuto reprimere di fronte ai suoi familiari. Dopo anni di abusi emotivi sopportati senza fiatare, come impone la tradizione chassidica, Beatrice ha tagliato i ponti non solo dal marito ma anche dai figli più grandi che con il tempo si sono rivoltati contro di lei.

La donna ha raccontato di aver anche emesso un ordine di protezione contro i suoi due figli maggiori, perché aveva paura che le facessero del male o che le portassero via i figli più piccoli.

Nove anni sono ormai passati dall’addio di Beatrice Weber alla comunità chessidica e ora la donna vive in un piccolo appartamento di Brooklyn, New York – con tre dei suoi figli – ed è diventata una aperta sostenitrice del cambiamento all’interno di queste comunità. Una forza d’animo immensa la sua, che non l’abbandona nonostante gli insulti dei suoi figli maggiori che ancora oggi la paragonano a una “nazista che vuole distruggere il popolo ebraico”.

Ma Beatrice ha le idee chiare su ciò che desidera per il suo futuro e quello dei suoi figli: “Sto insegnando loro che essere una buona madre è più che essere una moglie obbediente e una badante sottomessa. Invece, essere una buona madre ha significato avere fiducia in me stessa e fare scelte potenti, contro ogni previsione”.

La discussione continua nel gruppo privato!
Seguici anche su Google News!