Il cantautore cileno Victor Jara, arrestato il 12 settembre 1973, un giorno dopo il colpo di Stato che ha portato al potere Augusto Pinochet, e ucciso pochi giorni dopo, ha ottenuto finalmente giustizia, dopo 50 anni da uno dei crimini più simbolici della dittatura.

La Corte Suprema cilena ha condannato in via definitiva, come riporta la stampa, 7 soldati in pensione per il rapimento e l’uccisione di Victor Jara. La sentenza è stata raggiunta all’unanimità.

I giudici hanno infatti respinto le confutazioni della difesa contro la sentenza emessa dalla Corte d’Appello nel novembre 2021, che ha condannato Raùl Jofré Gonzalez, Edwin Dimter Bianchi, Nelson Haase Mazzei, Ernesto Bethke Wulf, Juan Jara Quintana e Hernàn Chacòn Soto a 25 anni di carcere. Il direttore del Servizio penitenziario dell’epoca, Littré Quiroga, ha ottenuto la stessa sentenza.

Uno degli imputati, Hernàn Chacòn Soto, si è suicidato dopo il verdetto a casa sua, nella capitale cilena. A rivelarlo è stato il pubblico ministero Claudio Suazo, riferendo alla stampa che l’incidente è avvenuto quando gli agenti della Brigata per i diritti umani della polizia investigativa (PDI) si sono recati a casa del generale dell’esercito in pensione, 86 anni, per notificargli la decisione giudiziaria e arrestarlo. Chacòn avrebbe chiesto agli agenti qualche minuto per prendere delle medicine, e ha approfittato del momento da solo in camera sua per spararsi, uccidendosi con un colpo di pistola.

L’assassinio di Victor Jara, spesso citato come il Bob Dylan latinoamericano, è stato uno degli atti più simbolici della dittatura di Pinochet. Jara, membro del Partito Comunista e collaboratore del governo di Unità Popolare dell’ex presidente socialista Salvador Allende, è stato trasferito e torturato allo stadio del Cile (un vero e proprio campo di concentramento, divenuto simbolo della dittatura), dove sono stati portati più di 5.000 prigionieri. Il corpo del cantautore è stato poi trovato vicino al cimitero metropolitano, il 16 settembre.

La sentenza, 50 anni dopo l’assassinio, arriva a meno di due settimane di distanza dalla commemorazione in Cile del cinquantesimo anniversario del colpo di Stato, l’11 settembre 1973.

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