Truffata, strangolata e poi gettata in un pozzo, nei pressi di una discarica abbandonata. È questa la storia di Gloria Rosboch, l’insegnante di francese misteriosamente scomparsa a Castellamonte, vicino Torino, nel 2016. La sua vicenda è al centro di uno speciale, Inganno d’amore – Il delitto Rosboch, in onda su Nove in prima serata il 2 ottobre.

Era il 2016, verso la fine di gennaio, quando la Procura di Ivrea aprì un’inchiesta per omicidio, a carico di ignoti, in seguito alla misteriosa scomparsa di Gloria Rosboch. Quarantanove anni, insegnante, residente a Castellamonte, piccolo comune del Canavese, la donna viveva in casa con gli anziani genitori. Il 13 gennaio l’insegnante uscì per fare “una riunione a scuola” – come raccontò ai suoi – e non fece più ritorno a casa.

Per giorni le forze dell’ordine perlustrarono il territorio intorno all’abitazione di Gloria, anche con il supporto delle unità cinofile. Di lei, però, nessuna traccia. Mentre indagavano, tuttavia, i carabinieri fecero una scoperta importante. Nel settembre 2015, l’insegnante aveva denunciato un suo ex studente, Gabriele Defilippi, per truffa. Il ragazzo, all’epoca poco più che ventenne, si era fatto consegnare quasi duecentomila euro, tutti i risparmi di Gloria e della sua famiglia, in cambio della promessa di una vita insieme in Costa Azzurra, ad Antibes.

Nel frattempo, poco dopo aver convocato Gabriele al comando provinciale dei carabinieri di Torino per ulteriori indagini, il corpo di Gloria viene ritrovato. Si trovava in un pozzo, nei pressi di una discarica abbandonata, a pochi chilometri dall’abitazione che condivideva con i genitori. Dalle prime analisi sul cadavere emerge che Gloria è morta per strangolamento. Ad ucciderla, secondo il medico legale, sarebbe stato un foulard o comunque un tessuto morbido, visto che sul collo non erano rimasti segni.

I carabinieri fermarono subito Gabriele Defilippi. Qualche ora dopo si scoprì che il corpo fu ritrovato grazie alla confessione di un uomo Roberto Obert che, insieme a Gabriele, sarebbe coinvolto nel delitto. Amico di famiglia dei Defilippi, Obert disse ai carabinieri di essere l’amante di Gabriele, e di conoscere molto bene la vicenda della truffa: proprio la denuncia della donna, infatti, avrebbe scatenato la furia omicida del ragazzo.

Durante il processo entrambi si accusarono a vicenda di essere stati gli esecutori materiali dell’omicidio. Alla fine, De Filippi è stato condannato a trent’anni di prigione, mentre Obert, considerato solo suo complice a diciannove.

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