Drag Syndrome è il primo collettivo di drag queen e drag king con sindrome di Down
“Il punto di partenza è l’arte, prima della sindrome di Down, prima del cromosoma in più, prima della disabilità, prima di tutto”.
“Il punto di partenza è l’arte, prima della sindrome di Down, prima del cromosoma in più, prima della disabilità, prima di tutto”.
“Il punto di partenza è l’arte, prima della sindrome di Down, prima del cromosoma in più, prima della disabilità, prima di tutto”. Così recita lo slogan di Drag Syndrome, il primo collettivo di drag queen e drag king con sindrome di Down, fondato da Daniel Vais nel 2018 a Londra.
Un progetto che, come spiega il direttore artistico a Gay.it, non nasce con l’intendo di lanciare un messaggio ma con lo scopo di “Mettere in mostra il nostro talento e il nostro lavoro di artisti che si esprimono, creano arte favolosa e divertono”.
Mostriamo che le persone con disabilità possono fare la differenza nel mondo dell’arte e nella società in generale. Dimostriamo che gli artisti con sindrome di Down possono avere una carriera importante nell’arte.
Tutti gli artisti e le artiste fanno parte del Culture Device, associazione che rivoluziona le definizioni normative di arte e bellezza attraverso i suoi progetti. Uno di questi è appunto Drag Syndrome, iniziativa nata per caso: “Uno degli artisti di Culture Device è venuto in un locale mentre le drag queen si esibivano e hanno detto: ‘Wow, voglio provare anche quello’”, ha raccontato Vais in un’intervista a Berlinartlink.
Ho risposto a questo desiderio affermando che un vestito e una parrucca sono insufficienti e, come ogni altra forma d’arte, va presa sul serio. Fu allora che consigliai loro di condurre ricerche approfondite. Le persone con difficoltà di apprendimento sono benedette da un’ottima conoscenza e coinvolgimento con la cultura contemporanea, e talvolta il pubblico non ne è consapevole. (…) Pertanto, mi sono fidato della loro aspirazione a fare le drag.
Ed è così che sono nate Horrora Shebang, soprannominata anche Madame Shebang e vincitrice di Miss Alternativa Wilderness 2018, la selvaggia Lady Francesca e Nikita Gold, donna d’affari e ballerina fashion addicted. “Lavoriamo con grandi stilisti come Pam Hogg, Sophie Cochevelou, Stefano De Lellis e altri – spiega Vais a Gay.it – progettiamo gli abiti per lo spettacolo, ogni artista sceglie il proprio nome d’arte, il proprio personaggio e lo stile della performance”.
La compagnia Drag Syndrome ha avuto molto successo in questi anni, e si è esibita (anche) nei più importanti eventi e festival drag, come RuPaul’s DragCon e Dragfest e altri. Non sono mancate neppure le critiche, però, anche se come sottolinea Daniel Vais:
Le critiche dei bigotti non sono valide perché vogliono solo diffondere odio. A noi non dà fastidio, sappiamo quanto valiamo. (…) Le persone con disabilità di apprendimento hanno sempre bisogno di giustificarsi, vengono trascurate e criticate, quindi per noi non è una novità. Noi ci concentriamo sulla nostra integrità, sulla realizzazione di grandi opere e sull’ispirazione per gli altri. Lo facciamo per noi stessi, non per gli altri. Questo è ciò che conta per noi. Chi non è d’accordo, può sempre succhiare un limone.
Perennemente con la musica in sottofondo e un libro di Flaubert in borsa, amo le grandi città e i temporali. Da bambina volevo diventare una scrittrice di gialli. Collaboro con Roba Da Donne, DireDonna e GravidanzaOnLine.
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