Edimburgo, bimbi a scuola con la gonna perché "i vestiti non hanno genere"

L'iniziativa della Castleview Primary School è nata per promuovere l'uguaglianza e per mostrare solidarietà a Mikel Gomez, 15enne spagnolo, originario di Bilabo, espulso dal liceo per il suo abbigliamento.

Indossare una gonna per promuovere l’uguaglianza. È questa la proposta della Castleview Primary School di Edimburgo, che ha chiesto ai suoi giovani studenti maschi (ma anche agli insegnanti), di presentarsi a scuola con un abbigliamento ben preciso: una gonna. L’iniziativa segue la campagnaI vestiti non hanno genere” che è stata lanciata nella città spagnola di Bilbao con lo slogan “La ropa no tiene genero”, dopo che il quindicenne Mikel Gomez era stato espulso da scuola e mandato da uno psicologo per aver indossato una gonna a lezione.

Gli studenti di Castleview hanno, dunque, aderito all’iniziativa, indossando delle gonne a sostegno dell’uguaglianza di genere e per promuovere la tolleranza e il rispetto. Come riporta il Mirrow, scopo dell’iniziativa è stato anche quello di dimostrare solidarietà al giovane Mikel Gomez.

La proposta, tuttavia, ha diviso i genitori degli studenti della scuola scozzese. Se come ha scritto su Twitter Miss White, una delle insegnanti della Castleviewla nostra scuola ha imparato l’importanza di abbattere gli stereotipi di genere”, d’altro canto sono stati in molti ad insorgere contro l’iniziativa, che comunque era totalmente spontanea e non forzata.

Se un maschio vuole indossare una gonna deve essere libero di farlo, ma perché fare pressioni sugli altri e chiedergli di fare la stessa cosa?“, è intervenuto un genitore su Twitter; e ancora un altro: “Lasciate che i bimbi siano semplicemente bimbi, senza imposizioni“. Il messaggio della scuola però è chiaro: “Vogliamo che la nostra scuola sia inclusiva e promuova l’uguaglianza“, ha fatto sapere l’istituto scozzese, aggiungendo che l’idea è partita proprio da un gruppo di alunni. “I vestiti non hanno genere, dovremmo essere tutti liberi di esprimerci come vogliamo“, hanno risposto alcuni insegnanti ai genitori.

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