Erika Fernandes, tatuatrice e imprenditrice, ha condiviso un lungo post su Instagram in cui ha parlato dei primi mesi di vita del figlio, Noah, raccontando di essere stata attaccata via social per essere una madre trans. Nel corso degli ultimi mesi, infatti, l’influencer aveva parlato della terapia ormonale affrontata per riuscire ad allattare il primogenito, avuto nel maggio del 2022 dalla relazione con Roberto Bete, un modello transgender noto per aver posato con il pancione durante l’ultima campagna lanciata da Calvin Klein. Il neopapà, infatti, aveva portato in grembo il bimbo della coppia, indossando i panni di testimonial del progetto di inclusività ideato dal brand in occasione della Festa della Mamma.

Come passa il tempo, mi sembra ieri il giorno in cui ti ho visto nascere”, ha esordito la tatuatrice su Instagram, condividendo alcuni frame video dei primi mesi di vita del bimbo: “Mi sembra ieri il giorno in cui ti ho stretto vicino al petto, il giorno in cui ho avuto il privilegio e la possibilità di capire cosa sia l’allattamento”, ha aggiunto, soffermandosi sui numerosi commenti transfobici ricevuti nel corso degli ultimi mesi:

Ho vissuto l’esperienza e la sensazione più belle della mia vita, ovvero nutrire il mio cucciolo. Ho ricevuto tanti attacchi da parte di persone senza amore, indirizzati contro il gesto compiuto da una donna, non solo perché è una madre, ma perché è una madre trans.

Ho sentito delle accuse assurde – ha proseguito Erika Fernandes nella didascalia del post, condividendo con i followers tutta la tristezza provata per le critiche ricevute onlineNon bastava il dolore dell’allattamento, dell’ingorgo mammario”, ha aggiunto in merito alle difficoltà incontrate, ritagliando anche uno spazio per lanciare un messaggio di affetto rivolto al piccolo Noah:

Nonostante tutto, non mi sono arresa, l’ho fatto per te, sei stato tu a darmi la forza di andare avanti, ti ho visto così cresciuto, intelligente, forte e con tanta energia. Oggi, la possibilità di vederti così, mi ha fatto capire che ne è valsa la pena e, sicuramente, lo rifarei di nuovo.

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