Ermanno Olmi è morto, il regista aveva 86 anni

Il regista è deceduto la scorsa notte all'ospedale di Asiago dove era stato ricoverato tre giorni fa a seguito dell'aggravarsi della sua malattia che lo aveva colpito tempo fa. A stargli vicino fino all'ultimo la moglie Loredana e i figli Andrea e Fabio.

Aveva 86 anni Ermanno Olmi, il regista autodidatta, pioniere nel campo del documentario, creatore di un linguaggio personale e fuori da ogni schema con opere come “Il tempo si è fermato”, “I recuperanti” e la “Circostanza”. Un uomo che ha portato per la prima volta al cinema il dialetto come lingua, parliamo del film “L’albero degli zoccoli”, oltre ai grandi miti della tradizione cristiana “(Cammina cammina”). Nato nel 1931 a Bergamo, è morto ad Asiago, così come confermato dall’agenzia di stampa Ansa.it.

Il regista bergamasco di nascita ma altopianese di adozione è deceduto la scorsa notte all’ospedale di Asiago dove era stato ricoverato tre giorni fa a seguito dell’aggravarsi della sua malattia che lo aveva colpito tempo fa. A stargli vicino fino all’ultimo la moglie Loredana e i figli Andrea e Fabio. I funerali del regista si svolgeranno in forma privata così come chiesto dallo stesso Olmi.

Questa la reazione del Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni su Twitter:

Con Ermanno Olmi perdiamo un maestro del cinema e un grande esempio di cultura e di vita. Il suo sguardo incantato ci ha raccontato e fatto capire le radici del nostro paese.

“Viene prima la dignità delle persone, poi c’è il mercato. Addio Maestro. E grazie dell’amicizia e dell’umanità”, queste le parole di Maurizio Martina (Pd). “La scomparsa di Olmi priva la cultura italiana di un gigante, uno dei grandissimi maestri del cinema italiano. Intellettuale profondo che ha indagato e esplorato i misteri dell’uomo e raccontato, con la poesia che contraddistingue le sue opere, il rapporto tra uomo e natura, la dignità del lavoro, la spiritualità” ha aggiunto il ministro Dario Franceschini. ”Eravamo amici, più che amici. Ci dicevamo ‘siamo tre fratelli’. Ermanno e noi venivamo da formazioni culturali diverse eppure ci è sempre stato familiare il suo grande cinema tra documento e incantata religiosità. ‘L’albero degli Zoccoli’ è una delle poche opere che regge il confronto con quelle del cinema italiano del dopoguerra, il nostro secondo rinascimento. È un capolavoro del cinema italiano e non solo italiano” ha concluso Paolo Taviani, fratello di Vittorio recentemente scomparso, in un ricordo di Olmi affidato all’Ansa.

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