"Errata percezione del consenso della ragazza". Assolti due 19enni dall'accusa di violenza sessuale

Sulla base di quanto deciso dal giudice, i due giovani non avrebbero valutato in modo corretto la volontà della ragazza, che era ubriaca e non poteva manifestare apertamente cosa avrebbe voluto fare.

Due giovani, all’epoca dei fatti 19enni, sono stati assolti dall’accusa di violenza sessuale che era stata rivolta nei loro confronti da una 18enne. Il giudice ritiene i due avrebbero sbagliato a valutare il presunto consenso da parte della ragazza.

Gli imputati avevano optato per rito abbreviato, che permette di ottenere uno sconto sulla pena, ma secondo il giudice per l’udienza preliminare, sono da ritenersi non punibili  “per errore sul fatto che costituisce il reato“. Questo significa che l’errata percezione del consenso “se non cancella l’esistenza oggettiva di una condotta di violenza sessuale, impedisce di ritenere penalmente rilevante la loro condotta”.

Nel corso delle udienze è emerso inoltre un altro aspetto avrebbe influenzato la decisione finale. La ragazza aveva infatti già avuto rapporti sessuali con uno degli imputati, in alcuni casi anche in presenza di altre persone. Questo precedente avrebbe dunque spinto uno dei due a pensare che lei volesse farlo nuovamente. Il consenso della giovane sarebbe stato dato per scontato, anche se lei in quel momento era ubriaca, quindi non poteva essere in grado di manifestare in maniera aperta di non voler avere rapporti intimi.

Sulla base di quanto riportato da Il Tirreno, i due ragazzi nella loro condotta sarebbero stati “condizionati da un’inammissibile concezione pornografica delle loro relazioni con il genere femminile, forse derivante di un deficit educativo e comunque frutto di una concezione assai distorta del sesso. Non essendo essendo il delitto di violenza sessuale punito a titolo di colpa, non può essere considerato rilevante ai fini di una residua affermazione di responsabilità penale” – si legge ancora nella sentenza.

I fatti oggetto del processo sono avvenuti a marzo 2023 in una casa privata a Firenze. Tra le persone coinvolte c’è anche un minorenne, che è stato sottoposto a un procedimento parallelo e che ha ottenuto la messa in prova.

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