Un fenomeno nato nel 2016 direttamente dai social network, con il tormentone estivo Andiamo a comandare, diventato successivamente un singolo promosso dall’etichetta discografica Newtopia e trasmesso in radio. Così comincia la carriera di Fabio Rovazzi, classe 1994, che nel giro di pochi anni ne ha combinate di tutti i colori, tra cui un film, diversi singoli, la conduzione di alcuni programmi, la partecipazione a numerosi festival musicali e ancora la collaborazione con Fedez e J-Ax, sostituita poi da quella con Morandi e Al Bano.

La collaborazione di Rovazzi con il Festival di Sanremo comincia nel mesi scorsi, con la conduzione insieme a Pippo Baudo di Sanremo Giovani. In occasione del Festival è stato invece ospite della terza serata regalando al pubblico qualcosa di inaspettato.

Dopo aver regalato una delle gag più riuscite dell’edizione (fingendosi conduttore per problemi tecnici e inglobando nella gag anche sua madre, presente in sala), dopo aver cantato i suoi pezzi, riso e scherzato con Claudio Baglioni e Fausto Leali, pochi minuti prima di abbandonare il palco, ha voluto dedicare qualche parola al padre scomparso nel 2010.

Una versione totalmente inedita del giovane cantante e youtuber, contraddistinto sempre dai toni leggeri, dalla simpatia e dall’inguaribile entusiasmo presente in tutte le sue canzoni e apparizioni pubbliche.

Caro papà, non so come contattarti ma Sanremo ha uno share così alto che molto probabilmente arriva fino a lassù. Beh… Volevo dirti che in parte tutto questo è anche colpa tua. E volevo salutarti, visto che l’ultima volta non ho fatto in tempo.

Su Fabio Piccolrovazzi, questo il suo nome all’anagrafe, non sappiamo molto vista la sua riservatezza nella vita privata, nonostante la su densa vita sui social. Ma una cosa è certa, la sua passione per il mondo dell’immagine, dell’arte e della musica è nata anche grazie al padre, il medico Stefano Piccolrovazzi. In un’intervista su Il Corriere, Beatrice Pizzorno, madre di Fabio, ha dichiarato:

Hanno sempre guardato tanti film insieme, anche non adattissimi a un bambino: Tarantino, Woody Allen. Penso che sia stato importante per alimentare in Fabio senso critico verso le immagini.

Ecco perché “è anche colpa sua” se il figlio, giovanissimo, gode già di una più che discreta fama, tanto da essere a soli 25 anni un uomo spigliato in grado di tenere su il palco dell’Ariston da solo, regalando risate e momenti di leggerezza, sapendosi prendere in giro ma anche commuovendosi davanti a milioni di telespettatori.

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