Valerio Staffelli ha consegnato un tapiro d’oro a Fedez (il settimo), in seguito alla polemica social che ha coinvolto lui e Chiara Ferragni per il presunto “sfruttamento” del figlio Leone, distolto dai suoi disegni per posare sorridente in una storia su Instagram. Durante il servizio di Striscia la notizia in onda il 18 ottobre, il rapper si è quindi potuto difendere affermando di non fare pubblicità con i figli.

Ai microfoni della trasmissione Fedez ha dichiarato:

Era il momento dello spegnimento delle candeline e la tata ha solo chiesto a Leone di smettere di disegnare, fare un sorriso e poi riprendere a disegnare. In Italia esistono un sacco di famiglie che monetizzano attraverso i figli, ma non siamo noi quelli a cui andare a bussare alla porta. Non facciamo pubblicità con i nostri figli, ma delle semplici foto.

Non era dello stesso parere, tuttavia, Selvaggia Lucarelli, che ha fornito una delle opinioni più accreditate in merito a quanto accaduto durante i festeggiamenti in famiglia del compleanno di Fedez. Su Instagram la giornalista ha pubblicato il video incriminato, condiviso inizialmente da Ferragni ma poi cancellato.

Lucarelli aveva dato il via a un dibattito vero e proprio tra gli utenti del web. Riportando la frase della tata al primogenito dei Ferragnez “Ci metti un minuto Leo, fai un sorriso e poi puoi continuare a disegnare“, aveva commentato:

Su questo video pubblicato da Serena Mazzini (@serenadoe___) ho poco da dire e molto da ribadire. Qui non c’è un genitore che chiede a un figlio un sorriso forzato per tenersi un ricordo, ma un genitore che con la collaborazione di una tata chiede l’attenzione del figlio per creare un contenuto appetibile (la Ferragni ha poi cancellato il video e ripubblicato senza audio). Mi direte: ok, è solo un minuto, poi il bambino riprende a disegnare. No. Fatevi due conti su quanti contenuti al mese con i figli vengono pubblicati (quelli selezionati, poi ci sono quelli scartati) e avrete una panoramica inquietante su quante pause da disegni e capricci si dovranno prendere questi bambini per far girare i social di mamma e papà. A loro totale o parziale insaputa, ovviamente. E con una sovraesposizione con cui dovranno fare i conti senza ritorno e senza aver mai potuto dire “non mi va”.

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