Nel corso dell’ultimo anno, ben l’81% dei genitori di bambini o ragazzi affetti da disabilità ha dichiarato di aver fatto ricorso all’acquisto di prestazioni sanitarie private per i propri figli. Il 27% dei partecipanti ha segnalato di aver effettuato una spesa superiore a 2.000 Euro nel corso dell’ultimo anno per l’acquisto di prestazioni sanitarie private a beneficio dei propri figli, mentre il 14% ha dichiarato di aver speso tra 1.000 e 2.000 euro.

I dati sono stati presentati nel corso del festival Inclusì. Il festival, che si è svolto a Torino e ha avuto come fulcro centrale il tema della disabilità infantile e dell’inclusione sociale, è stato organizzato dalla Fondazione Paideia. Durante l’evento, sono stati presentati i risultati di un’indagine condotta congiuntamente da BVA Doxa e dalla suddetta fondazione, la quale ha approfondito e esplorato l’impatto che la disabilità ha sul sistema familiare. Ma analizziamo più a fondo le varie tematiche affrontate dalla ricerca.

  • Supporto familiare: Alla domanda riguardante il livello di supporto ricevuto da nonni, amici o altre persone come baby-sitter o figure esterne nella gestione delle attività pratiche quotidiane, il 63% dei partecipanti – aventi figli con disabilità – ha dichiarato di sentirsi ‘molto’ (29%) o ‘abbastanza’ (34%) supportato. Questi valori risultano sorprendentemente simili per le famiglie in cui non è presente un minore con disabilità. Inoltre, è interessante notare che, rispetto alla risposta ‘molto’, i padri di bambini o ragazzi con disabilità si sentono più supportati (41%) delle madri (24%). Quest’ultime, al contrario, hanno dichiarato di sentirsi ‘per nulla’ supportate nel 17% dei casi, mentre solo il 2% dei padri ha espresso tale percezione.
  • Lavoro: Nel contesto dell’indagine, è emerso che esattamente uno su due partecipanti ha riferito di aver vissuto personalmente un’esperienza di discriminazione sul luogo di lavoro, con un significativo 17% che ha indicato di aver affrontato questa problematica ‘moltissime volte’. Un dato rilevante emerso dall’analisi è che ben il 64% delle madri con figli o ragazzi affetti da disabilità ha dichiarato di aver avanzato una richiesta di riduzione dell’orario di lavoro sin dal momento in cui sono diventate genitrici, un valore significativamente superiore rispetto al 42% delle madri che, al contrario, non hanno figli con disabilità. Tra i padri, il 38% di coloro che hanno un figlio con disabilità ha richiesto una riduzione dell’orario di lavoro, una percentuale decisamente maggiore rispetto al 19% dei padri di figli che non presentano disabilità.

 

  • Bambini disabili a scuola: Inoltre, va sottolineato che per ben il 77% delle famiglie coinvolte nell’indagine – famiglie nelle quali non è presente un figlio con disabilità – la presenza di bambini con disabilità ha avuto un impatto positivo e condizionante sulle attività scolastiche. Questo accade perché promuove nuove modalità di apprendimento, come indicato dal 51% dei partecipanti, oppure perché contribuisce a migliorare l’atmosfera in classe, come evidenziato dal 26%. Per quasi 1 genitore su 3 di bambini con disabilità, la scuola offre un sostegno limitato, con il 26% che lo considera ‘poco’ e il 5% che lo valuta ‘per nulla’, nell’ambito dello sviluppo dell’autonomia dei propri figli. Inoltre, per il 26% dei genitori di bambini con disabilità, la scuola offre un livello di aiuto limitato anche nella promozione della socializzazione, con il 21% che ritiene il supporto scarso e il 5% del tutto assente.
  • Vacanze: Quando si è posta la domanda sulla frequenza con cui le famiglie riescono a concedersi un momento di svago e tempo libero come adulti, senza la presenza dei propri figli, i risultati hanno evidenziato interessanti discrepanze. Nel dettaglio, il 36% delle famiglie che hanno bambini con disabilità ha dichiarato di farlo ‘mai’. Questo dato presenta una differenza notevole tra madri e padri, con il 40% delle madri che ha risposto ‘mai’, in contrasto con il 25% dei padri.

 

  • Preoccupazioni per il futuro: Una sezione conclusiva dell’indagine è stata riservata al tema della preoccupazione riguardante il futuro dei figli. In questa sezione, è emerso che il 61% delle famiglie che hanno al loro interno un figlio minorenne con disabilità ha manifestato una notevole preoccupazione, definendosi ‘molto’ preoccupate. Questo dato presenta una marcata differenza rispetto al 38% delle famiglie in cui non è presente un figlio con disabilità. In particolare, è interessante notare che le madri di bambini o ragazzi con disabilità si sono dichiarate ‘molto’ preoccupate nel 70% dei casi e ‘abbastanza’ preoccupate nel 25% dei casi. Questi sentimenti di apprensione sono contrastati dai padri, poiché solo il 38% di essi si è definito ‘molto’ preoccupato, mentre il 50% ha dichiarato di essere ‘abbastanza’ preoccupato.
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