Filippo Timi: "Vedo solo i contorni e balbetto, i miei genitori omofobi senza saperlo"

L'attore, protagonista della serie Sky I delitti del BarLume, ha parlato delle difficoltà causate da una malattia di cui soffre da tempo e delle discriminazioni di cui è stato oggetto a causa della sua omosessualità.

Filippo Timi è tornato a essere uno dei protagonisti della serie Sky I delitti del BarLume, amatissima da chi vuole trascorrere una serata in allegria, e ha approfittato dell’occasione per raccontare alcuni lati meno conosciuti di sé. L’attore soffre del morbo di Stargardt, disturbo che gli causa alcuni problemi anche sul lavoro, ma che ha imparato a gestire.

Per il morbo di Stargardt, che mi fa vedere solo i contorni, non riesco a inventare le immagini, ma è un tema – ha detto in un’intervista al Corriere della SeraQuanto alla balbuzie, è meno forte però c’è ancora, a volte in scena non so se mi esce la frase. Mi costringe a un lavoro supplementare. Sono anche autoironico. La vita ti insegna che o soccombi, oppure le fragilità cerchi di usarle, e trovarvi un valore. Un fiore, su un sasso, spunta uguale. E il sasso è la vita stessa”.

L’artista è omosessuale, ma non nasconde quanto in passato sia stato costretto a dover subire forti discriminazioni: “Io a 21 anni lasciai la provincia. Il mondo gay è importante per dare la possibilità di una scelta, creare la libertà. L’omosessualità resta un tabù – ha detto ancora – È una parola che fagocita il resto, per quel sessuale che trascina tutto verso la camera da letto. Io ho voglia di tenerla chiusa, anche quella della mi’ mamma. Prima, non si vedevano due uomini baciarsi, si raccontava ciò che poteva esserci ma solo di nascosto. Già identificarsi con qualcosa che doveva essere segreto mi spaventava. Quando mi chiamavano fr…era strano, era una parola che mi veniva sputata addosso con una colpa e un’accusa. Mi ha dato forza identitaria, anche se è stato difficile e doloroso”.

I problemi per Filippo Timi sono sorti però sin dalla sua famiglia di origine, dove ha conosciuto da vicino l’omofobia: ” Non mi sono sentito protetto dai miei genitori, che sono stupendi. Non si sentivano in diritto di potermi difendere. Non ce l’hanno fatta. A tavola c’era un silenzio di noi tre sull’argomento. Erano omofobi e razzisti, senza farlo apposta. Mio padre faceva la battutina su Renato Zero, poi aggiungeva: ‘Comunque è bravo’. In quel “comunque” c’è tanto. Sai quando ti regalano il giocattolo ma senza le pile? Io non avevo le pile”.

Le difficoltà nel suo nucleo familiare sono sorte però anche a causa delle ristrettezze economiche che rendevano difficile gestire la quotidianità: “Vivevo un forte senso di insicurezza. Dietro le mie spalle non c’è nessuno. Ricordo lo stupore per un cappotto di cachemire. Ancora oggi in alcuni provini mi fanno i complimenti e magari non mi prendono. Ma sto lavorando tanto, non mi lamento”.

A febbraio 2024 taglierà un traguardo importante, il suo 50esimo compleanno, che affronterà con la serenità che ora ha finalmente raggiunto: “Mi sento al centro, nella metà. Vediamo che metà sarà l’altra. È come se quel mio cappotto di cachemire si fosse un po’ imbiancato, però alleggerito” – ha concluso.

 

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