O mi uccido o mando tutti in carcere a vita”, queste le parole del fratello di Saman Abbas, la ragazza di origine pakistana uccisa a Novellara nella notte fra il 30 aprile e l’1 maggio 2021 per essersi opposta a un matrimonio forzato. “Non dico falsità”, ha aggiunto, come riportato da La Stampa.

Le parole arrivano in risposta a un messaggio della madre, Nazia Shaheen, ancora latitante in Pakistan, ma che è riuscita, tramite WhatsApp e Messenger, a raggiungere il giovane nella località emiliana nella quale egli vive ora sotto protezione. “Figlio mio, non dire nulla ai giudici, quali cose false dici… Non dire nulla a nessuno: la verità è la verità, le falsità sono falsità”.

Messaggio che, insieme ad altri, la donna averebbe mandato al figlio tramite il cellulare di una parente, memorizzata con il nickname di “Maria Cugina”, come emerge nelle carte giudiziarie.

E ancora: “Sistema i documenti”, inviti ad andare a trovare i parentialmeno un’ora” per farsi aiutare con patente e passaporto. “Vieni a trovarmi almeno per una settimana. Da viva questo è il mio unico scopo: vedere mio figlio con i miei occhi”, scrive ancora la donna, come riportato La Stampa. Fino al tentato convincimento: “Ascoltami, la tua sorella è qui. Dio farà il bene e verrà ritrovata anche lei. Lei tornerà”, riporta Fanpage. E non è tutto: alla madre si aggiunge infatti la zia, che in un altro messaggio intima al ragazzo di “ritrattare le dichiarazioni asserendo che tutti sono innocenti e nessuno ha colpe”.

Messaggi che lo stesso ragazzo ha fornito alle autorità e che, stando agli inquirenti, potrebbero avere lo scopo di evitare che vengano fornite informazioni che potrebbero incriminare ulteriormente la famiglia. Il giovane, infatti, sarà sentito in aula davanti ai giudici della Corte d’Assise alla fine di questa settimana.

Ma non solo: è di pochi giorni fa la notizia che il padre avrebbe cercato di convincere il figlio a sviare i sospetti su un altro parente. “Tu devi dire che Danish [Hasnain, lo zio della vittima] e gli altri non hanno nessuna colpa, lui [l’altro parente] è venuto a casa nostra e ha detto che ci penso io ad ammazzarla, tu così devi dire… adesso dobbiamo incastrare a questo qui”, gli avrebbe detto in una telefonata, come riportato da Fanpage.

Ora, quindi, il procuratore di Reggio Emilia Gaetano Paci ha aperto un fascicolo contro ignoti per l’insistenza di Nazia Shaheen e di altri familiari sul fratello di Saman Abbas.

 

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