Al coming out di Gabriel Garko mancano due cose: una è la libertà
In questi giorni sta tenendo banco l'Ares Gate, un caso mediatico in cui il grande protagonista è l'attore Gabriel Garko. Che in questa bufera ha anche deciso di fare coming out.
In questi giorni sta tenendo banco l'Ares Gate, un caso mediatico in cui il grande protagonista è l'attore Gabriel Garko. Che in questa bufera ha anche deciso di fare coming out.
Dopo l’intervista esclusiva rilasciata ad Alfonso Signorini in cui ha accennato al suo coming out, la prossima volta che gli spettatori italiani vedranno Gabriel Garko sarà nel salotto di Silvia Toffanin, a Verissimo. In quell’occasione – forse – l’attore de “L’orgoglio e il rispetto” e di altre decine di fiction targate Mediaset, sarà onesto con le persone che lo seguono da anni. E non riguardo alla sua sessualità, quanto piuttosto all’affair torbido che ruota intorno al cosiddetto Ares Gate. Perché di cosa piaccia a letto a Gabriel Garko, onestamente, non ce ne importa nulla.
La news rimbalzata sulla stampa in questi giorni dopo che Gabriel Garko è stato ospite in una puntata del Grande Fratello Vip con Alfonso Signorini ruota intorno alla presunta omosessualità dell’attore, mai dichiarata in modo trasparente ma sussurrata in trasmissione sotto forma di atto liberatorio. Se di operazione di marketing dobbiamo parlare (Garko d’altronde è presentato come un “prodotto” della televisione, un vero e proprio brand in carne e ossa da decenni), si presume che la bomba verrà sganciata durante l’esclusiva a Silvia Toffanin sabato 3 ottobre 2020, giusto per dargli quel filo di eccezionalità che la questione può avere agli occhi dei fan.
Il punto è: davvero la rivelazione dell’orientamento sessuale di un personaggio famoso è ancora una notizia bomba? A prescindere dal fatto che quella persona sia stata un sex symbol, effigie di un sistema maschio-centrico e di una bellezza che si misura su mascelle volitive e muscoli guizzanti in stile romanzo Harmony, davvero la notizia più calda che Garko vuole darci a 50 anni è che in fondo gli piacciono gli uomini? E che Eva Grimaldi (la sua ex storica, ora sposata con una donna, Imma Battaglia) era solo una copertura?
Se Gabriel Garko fosse stato coraggioso, probabilmente come ha detto Selvaggia Lucarelli in un lungo articolo scritto per TPI, avrebbe trasferito il suo messaggio in altre sedi, senza la spinta (stando sempre alla Lucarelli) dei 30mila euro per il GF e i 30mila per Verissimo. E in un modo più tagliente, graffiante e di rottura: non con la paura di dire troppo e non con gli eufemismi che ha usato in trasmissione con Alfonso Signorini. Avrebbe potuto essere un baluardo dei suoi coetanei che non hanno mai trovato il coraggio di parlare liberamente della propria sessualità. Un esempio per chi si è dovuto nascondere per troppi anni in nome di una perfezione pubblicitaria, di un sistema che così imponeva.
Garko ha perso un’occasione, ma ha tempo di rifarsi nel salotto di Silvia Toffanin. Eppure, ne dubitiamo, in fondo si prefigge lo scopo di “denunciare” un sistema, in casa dello stesso sistema. Perché il cappello di questa vicenda è molto più ampio di quello che sembra.
I gusti sessuali di Gabriel Garko (che rimangono comunque affar suo) sono davvero balzati in ultima posizione rispetto al caso che la stampa ha già soprannominato Ares Gate. La Ares è una società di produzione in cui sia Gabriel Garko che Adua del Vesco, la sua ex fidanzata ora concorrente della casa del GF Vip, hanno gravitato per anni. Una società che ha prodotto tanti successi e fiction di Mediaset e nel quale hanno lavorato, tra gli altri, anche Nancy Brilli, Manuela Arcuri e altri attori di successo.
Proprio Adua Del Vesco si è lasciata sfuggire alcuni commenti (censurati dalla rete) sulla Ares durante una puntata del Grande Fratello, aprendo un vero e proprio vaso di Pandora. In cui è finito anche Gabriel Garko, ovviamente.
A capo della Ares c’è Alberto Tarallo, ora al centro di una vera inchiesta mediatica. Tramite i suoi avvocati ha già smentito ogni singola frase pronunciata dai suoi ex assistiti contro di lui. Nell’intervista ad Alfonso Signorini è sembrato che Gabriel Garko non potesse parlare, non potesse aggiungere dettagli a ciò che voleva dire proprio per via del suo legame con la Ares, che nei racconti di alcuni attori e membri dello staff aveva i contorni di una vera e propria setta. Manipolazioni psicologiche, relazioni fasulle, casi anche molto gravi (e persino un suicidio, quello dello sceneggiatore Teosodio Losito). Non è ancora chiaro però cosa sia vero e come i fatti siano collegati tra di loro.
Dai racconti sembra una Scientology all’italiana, insomma, in cui gli interessi del singolo attore erano abilmente manovrati a fini pubblicitari e monetari. E così, ovviamente, anche le sue relazioni. In questo rientrerebbe anche il caso Garko, perché le sue strillatissime storie d’amore con le colleghe (Grimaldi e Del Vesco tra le altre) sono state abilmente costruite per nascondere la sua omosessualità e costruire il personaggio Gabriel Garko, il sex symbol che è stato fino a ora.
Tutto il resto, è gossip. Sono accuse e smentite dei diretti interessati, sono interviste ed esclusive pagate profumatamente e sono comparsate tv in cui si cerca di capire fin dove arrivassero le braccia di questa Ares.
Sabato 3 ottobre, nel salotto di Silvia Toffanin, Gabriel Garko avrà la possibilità di dire la sua. E magari di rifarsi, diventare un esempio per tante persone che non trovano il coraggio di esprimere se stesse o di quelle che si trovano invischiate in storie tossiche da cui non riescono a uscire. Il caso Ares, il coming out di Gabriel Garko, sono solo pezzi di un puzzle. Singolarmente hanno un valore? Questo è tutto da vedere. Ma per ora, alle parole dell’attore è mancata di certo la coerenza, che di fatto ha vanificato anche la denuncia che si prefiggeva (ospitata e pagata dai “denunciati” stessi) ed è mancata soprattutto la libertà di essere davvero se stesso, di dire davvero quello che avrebbe voluto.
Digital Editor di costume, online scrivo di serie tv, royals, attualità e lavoro. Mamma di una cinquenne con la testa di una preadolescente, calabrese nel sangue e torinese d'adozione, ho un'opinione su tutto e una tazza di caffè ...
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