Il 12 ottobre esce l’attesa autobiografia del poliedrico regista Gabriele Muccino, realizzata insieme al giornalista Gabriele Niola, La Vita Addosso.

Un viaggio ispirante (che lui stesso descrive come “una lunga cavalcata di 24 anni”) che raccoglie tantissimi aneddoti sulle esperienze di vita più significative per il regista: dai divertenti backstage con Will Smith alla solida amicizia instaurata con gli attori di uno dei suoi film più famosi e di successo, L’Ultimo Bacio. Un ampio spazio è dedicato però ai momenti più dolorosi vissuti a livello professionale e personale, in primo luogo la rottura con il fratello Silvio, che non vede da anni e con cui ha contatti solo tramite avvocati.

“Non lo vedo dal 2007, dopo questo tempo si elabora una sorta di lutto, non ha voluto incontrare me, in nessuna occasione, i miei figli, i miei genitori, mia sorella, ma anche Giovanni Veronesi, Carlo Verdone, ha fatto terra bruciata intorno a sé da tutti quelli che lo hanno amato”, ha raccontato in un’intervista al Corriere della Sera.
“La sua scomparsa ha lacerato il tessuto familiare, a ognuno manca un fratello o figlio. Rimane inspiegabile, farà lui il bilancio della sua vita”.
Il motivo della rottura definitiva risalirebbe al il 3 aprile 2016 quando, in diretta televisiva a L’Arena di Massimo Giletti, Silvio Muccino aveva accusato il fratello di aver aggredito la moglie Elena Majoni nel 2012.
“Lui a un certo punto ha fatto dichiarazioni su di me talmente gravi, descrivendomi come uomo violento. Sono state il napalm. Le carte giudiziarie dicono l’opposto, la vicenda si è chiusa con archiviazione. Nel libro, ho voluto raccontare tutto, non mi faccio sconti come uomo e padre. In uno degli ultimi due film, cercai di fare una mossa di una forza sovraumana di azzerare tutto ripartendo almeno professionalmente da dove avevamo interrotto, ho scritto un personaggio per lui. Ma non ne ha voluto sapere. Ti risponde con gli avvocati e allora basta così”.
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