La mutilazione dei genitali femminili, o Mgf, è stata vietata in Gambia con un divieto introdotto nel 2015, ma lunedì l’Assemblea nazionale del Gambia ha votato a favore di un provvedimento che prevede la revoca del divieto.

L’assembela del parlamento monocamerale ha visto 42 voti favorevoli su 47. Tutti i parlamentari presenti erano uomini: 4 hanno votato contro e 2 si sono astenuti. L’Assemblea nazionale è composta da 58 membri, di cui solo 5 donne.

La proposta dovrà ora essere esaminata da alcune commissioni del governo e nel caso fosse approvata il Gambia diventerebbe di conseguenza il primo Paese al mondo a eliminare le tutele in vigore contro la mutilazione dei genitali femminili, considerata universalmente una grave violazione dei diritti umani, come riporta il New York Times.

La mutilazione dei genitali femminili, o Mgf, comprende tutte quelle pratiche in cui gli attributi genitali esterni delle donne sono parzialmente o totalmente rimossi a causa di motivi culturali o religiosi. In Gambia, repubblica presidenziale a maggioranza musulmana, le mutilazioni genitali femminili consistevano nel tagliare il clitoride e le piccole labbra di bambine e ragazzine tra i 10 e i 15 anni d’età.

Queste pratiche sono in vigore in almeno 27 paesi africani, tra cui Egitto, Etiopia, Kenya, Burkina Faso, Nigeria e Senegal. In Gambia, come rivela un rapporto dell’UNICEF del 2021, il 76% delle donne tra i 15 e i 49 anni ha subito un qualche tipo di mutilazione dei genitali. Queste pratiche possono provocare non solo dolore fisico e danni psicologici, ma anche infezioni ed emorragie e, secondo uno studio del 2023 pubblicato su News Medical, sono tra le principali cause di morte tra le ragazze e le donne che vivono nei Paesi in cui vengono praticate.

La proposta di legge per eliminare il divieto delle mutilazioni genitali femminili, passata favorevole all’Assemblea nazionale del Gambia lunedì, dovrà essere prima esaminata da alcune commissioni governative che potranno proporre delle modifiche prima di rinviarla al parlamento per un’ultima votazione definitiva, fissata tra circa 3 mesi.

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