Due coppie di genitori hanno intentato una causa contro TikTok, depositata giovedì presso la Corte Superiore della Contea di Los Angeles, ritenendo il social respinsabile per la morte delle loro bambine, di 8 e 9 anni, e che “avrebbe dovuto sapere o sapeva” che i suoi prodotti creano dipendenza e indirizzano i bambini verso contenuti pericolosi.

I genitori delle bambine, in particolare, hanno citato in giudizio l’azienda sostenendo che il suo algoritmo abbia intenzionalmente fornito ai bambini contenuti pericolosi, come la Blackout Challenge: le due bambine, infatti, sono morte l’anno scorso dopo aver visto la sfida, che incoraggiava gli utenti a soffocarsi fino a svenire, secondo la causa depositata.

Come si evince dalla causa una delle due bambine citate, Lalani Erika Walton, 8 anni, di Temple, Texas, ha ricevuto il suo primo cellulare al suo ottavo compleanno, il 23 aprile 2021, ed è diventata “rapidamente dipendente da TikTok“. Secondo la causa, l’algoritmo di TikTok avrebbe indirizzato la bambina verso la Blackout Challange nel luglio 2021: il 15 luglio 2021, la bambina è stata trovata morta con una corda intorno al collo.

La seconda bambina, Arriani Jaileen Arroyo, 9 anni, di Milwaukee, è diventata dipendente da TikTok velocemente e ha iniziato a praticare le diverse “sfide” che il social proponeva: è stata trovata con un guinzaglio al collo il 26 febbraio 2021, dopo aver visto la Blackout Challange, ed è morta il giorno seguente.

La causa ribadisce anche che TikTok non ha intrapreso azioni significative per fermare quei video o per mettere in guardia bambini e genitori.

A essere sotto il mirino della denuncia è soprattutto la pagina “Per te” di TikTok, dove vengono selezionati video e contenuti grazie a un algoritmo sviluppato dal social che si basa sui dati demografici, sui “mi piace” e sulle precedenti attività dell’utente sull’app. Secondo i media, la causa chiede un risarcimento danni non specificato.

TikTok deve essere ritenuta responsabile per aver diffuso contenuti letali a queste due giovani ragazze“, ha dichiarato Matthew P. Bergman alla stampa, avvocato fondatore del Social Media Victims Law Center, uno studio legale privato che si occupa delle vittime dei social media.

TikTok non ha rilasciato, finora, nessun commento al riguardo, tuttavia una portavoce ha rilasciato una dichiarazione alla stampa in cui specifica che questa “challenge” è “antecedente alla nascita della nostra piattaforma e non è mai stata una tendenza di TikTok“.

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