Solo poco tempo fa, a 49 anni di età, Giampaolo Morelli ha scoperto che quello che lui ha sempre ritenuto fosse suo padre non lo è, almeno a livello biologico. L’attore, infatti, non risulta essere figlio di Francesco Morelli, ex magistrato napoletano oggi 90enne, ma di un avvocato napoletano, morto nel 2013, che era un amico di famiglia.

A svelargli la verità è stata la mamma, che ha deciso di comunicarglielo attraverso una lettera che gli ha consegnato poco prima di morire. “Qualche giorno prima di morire, mia madre mi consegnò una lettera – ha detto in un’intervista a Il MessaggeroC’era scritto che il mio vero padre era un altro uomo, molto vicino alla mia famiglia, che aveva sempre saputo la verità. Aggiungendo che il mio padre naturale sospettava che non fossi suo figlio ma non ne aveva mai avuto certezza. Avrebbe avuto tante occasioni per manifestarsi ma non lo ha mai fatto. Ora però capisco perché in alcuni momenti della mia vita è stato presente e questo mi fa ancora più male”.

Ora che tutto è venuto a galla è lui stesso a vedere quell’uomo in maniera differente: “Stessi occhi, stessi lineamenti. Uno dei suoi nipoti, che è anche uno dei miei più cari amici, quando lo ha saputo mi ha detto: ‘Io non ho dubbi”.

Il rapporto tra l’artista e l’uomo con cui è cresciuto non è mai stato così forte, ora lui dà a questo una spiegazione: “Lui ha dei gravi vuoti di memoria – ha sottolineato – Provo una grande tenerezza nei suoi confronti, perché per tutta la vita ha preferito non vedere, anche se oggi mi rendo conto che il suo comportamento è stato quello di chi ha sempre saputo. Il mio non è mai stato un padre affettuoso. Tra noi c’è sempre stata una grande distanza. Questa scoperta è stata molto dolorosa ma finalmente do un senso alle mie insicurezze. Ho sempre avuto la sensazione che mi mancasse qualcosa, ora so perché”.

Giampolo Morelli ha avviato pochi giorni fa, il 20 dicembre 2023, il percorso giudiziario per il riconoscimento di paternità chiedendo che il giudice disponga il test del DNA sui parenti del suo presunto padre biologico grazie all’assistenza dell’avvocato Yuri Picciotti.

Fare questo passo sul piano legale è per lui davvero importante: “Mi sono sentito privato di un padre per puro egoismo – ha detto con un po’ di amarezza – Sapere di essere stati rifiutati dall’uomo che ti ha messo al mondo è un dolore indescrivibile. Adesso ho bisogno di ritrovare le mie origini. So solo che ci sono tanti zii e cugini, che loro sono la mia storia e io di questa storia non voglio essere privato. Per questo spero che il giudice il 18 marzo dia disposizione per il test del DNA. E soprattutto che loro accettino. Un loro no per me sarebbe un ulteriore rifiuto”.

 

La discussione continua nel gruppo privato!
Seguici anche su Google News!