Nel 2007 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha istituito la Giornata internazionale delle donne rurali per celebrare il ruolo chiave che esse hanno nel promuovere lo sviluppo agricolo, contribuendo alla sicurezza alimentare e alla diminuzione della povertà. La data è stata fissata per il 15 ottobre di ogni anno, mentre il 16 è la Giornata mondiale dell’alimentazione e il 17 quella per lo sradicamento della povertà. Tutte insieme, rappresentano le priorità strategiche rappresentate anche nei 17 obiettivi dell’Agenda 2030.

Le donne rurali nei Paesi in via di sviluppo sono quasi la metà della forza lavoro abile (circa il 43%) e producono la maggior parte del cibo. Subiscono discriminazioni e violenze e non hanno diritto né all’istruzione né all’assistenza sanitaria. Lavorano sì, ma non hanno voce in capitolo nelle scelte politiche che le riguardano e il loro indice di mortalità è altissimo. Sostenere queste donne, i loro diritti e la loro emancipazione, significa promuovere lo sviluppo delle società in cui vivono e favorire la parità di genere.

Con gli adeguati investimenti in infrastrutture e corsi di formazione le donne di questi territori avrebbero la possibilità di essere motrici di un cambiamento anche nel pieno rispetto dell’ambiente. Sono proprio loro, insieme ai bambini, le prime vittime dei cambiamenti climatici e sono le più aperte a comprendere la gravità dei problemi e l’importanza di agire per risolverli. In Italia un’azienda agricola su tre è guidata da donne, molte delle quali sono under 35, a significare quanto questo settore sia importante per l’occupazione giovanile e femminile in particolare.

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