Givenchy presenta una collana a forma di cappio: è polemica
Durante la Fashion Week di Parigi, la maison francese è stata travolta da una bufera social a causa del gioiello ideato dal direttore creativo Matthew Williams.
Durante la Fashion Week di Parigi, la maison francese è stata travolta da una bufera social a causa del gioiello ideato dal direttore creativo Matthew Williams.
Come ogni anno, la Settimana della Moda porta con sé provocazioni e polemiche. Questa volta nell’occhio del ciclone c’è Givenchy, che durante la Fashion Week di Parigi ha portato in passerella alcune modelle che indossavano una collana molto particolare. Un collier d’argento, rigido, con una forma molto simile ad un cappio.
Un gioiello che non è passato inosservato e, anzi, ha sollevato una bufera sui social, dove la pagina Diet Prada (seguita da quasi tre milioni di persone) ha pubblicato una foto del capo in questione. Un polverone che si era già alzato nel 2019, quando Burberry aveva presentato, alla London Fashion Week, una felpa i cui lacci erano intrecciati a formare un cappio, quella volta ancora più evidente. In quel caso la maison inglese si era scusata pubblicamente, ma l’episodio non è bastato.
“Si poteva pensare che l’industria avesse capito di non mettere cose che assomigliano a cappi attorno al collo delle modelle dopo la debacle delle felpe-cappio di Burberry del 2019. Questa collana di Givenchy appena comparsa sulle passerelle è pericolosamente vicina allo stesso territorio. Ti fa chiedere se come nessuno l’abbia notato ma ahimè, la storia si ripete“, ha scritto Diet Prada, sollevando la polemica per il gioiello presentato dal direttore creativo Matthew Williams.
Riguardo alla vicenda si è espressa anche Lisa Roxby, a nome dell’ente benefico per la prevenzione del suicidio Papyrus, che ha dichiarato al Guardian: “Chi ha una connessione diretta con il suicidio, sia che si tratti di proprie esperienze o che abbia perso qualcuno che amava, può essere portato ad una reazione da questo tipo di immagini, e i brand hanno la responsabilità di assicurarsi di non causare del male al proprio pubblico“.
Perennemente con la musica in sottofondo e un libro di Flaubert in borsa, amo le grandi città e i temporali. Da bambina volevo diventare una scrittrice di gialli. Collaboro con Roba Da Donne, DireDonna e GravidanzaOnLine.
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