Perché Ilaria Salis ha scelto di candidarsi alla Europee con AVS dopo il no al PD

L'insegnante italiana detenuta da 13 mesi a Budapest ha accettato di candidarsi con il partito di Fratoianni. Cosa accadrebbe se venisse eletta.

Ilaria Salis sarà candidata con Alleanza Verdi e Sinistra alle elezioni europee del prossimo 8 e 9 giugno: a comunicare l’inserimento dell’insegnante monzese, in carcere in Ungheria da oltre un anno, nelle fila del partito sono Nicola Fratoianni, segretario di AVS, e Angelo Bonelli, in una nota.

Alleanza Verdi e Sinistra, in accordo con Roberto Salis, ha deciso di candidare sua figlia Ilaria, detenuta in Ungheria, in condizioni che violano gravemente i diritti delle persone, nelle proprie liste alle prossime elezioni europee – si legge nel comunicato – In queste ore i gruppi dirigenti nazionali stanno discutendo le modalità di questa scelta che vuole tutelare i diritti e la dignità di una cittadina europea, anche dall’inerzia delle autorità italiane, per ottenere una rapida scarcerazione in favore degli arresti domiciliari negati con l’ultima decisione dai giudici ungheresi.

L’idea è che intorno alla candidatura di Ilaria Salis si possa generare una grande e generosa battaglia affinché l’Unione Europea difenda i principi dello Stato di Diritto e riaffermi l’inviolabilità dei diritti umani fondamentali su tutto il suo territorio e in ognuno degli stati membri.

Il nostro è un gesto che può servire a denunciare metodi incivili di detenzione, soprattutto verso chi è ancora in attesa di un giudizio. In tal modo Europa Verde e Sinistra Italiana intendono portare nel futuro Parlamento europeo iniziative legislative per la salvaguardia dei diritti delle persone coinvolte in procedimenti penali in tutti i paesi dell’Unione.

Salis ha accettato la candidatura con Alleanza Verdi e Sinistra dopo che anche il PD, nelle scorse settimane, le aveva proposto di correre nelle liste dem; una candidatura che Roberto Salis non descrive come una “fuga dal processo”, ma piuttosto come un modo “per poterlo affrontare nella piena tutela dei suoi diritti. La strada politica decisa è la più coerente con il suo trascorso politico”.

Ma quali ipotesi si profilano nel caso in cui  Salis venisse eletta a Strasburgo? L’elezione all’Eurocamera non garantisce in realtà la fine della detenzione, come chiarito da alcune fonti a Bruxelles; tuttavia è vero che un candidato eletto al Parlamento europeo beneficerebbe immediatamente dell’immunità, costringendo lo stato membro in cui il parlamentare è detenuto a “inviare all’Eurocamera una richiesta di revoca dell’immunità”: potrebbe dunque aprirsi un contenzioso tra il l’Europarlamento e l’Ungheria, entrata nella UE nel 2004. Ma c’è un altro aspetto da tenere in considerazione, che è il diritto di un eletto a recarsi alla Plenaria a Strasburgo, motivo per cui Salis potrebbe partecipare già alla prima riunione della nuova assemblea.

A Ilaria Salis sono stati negati i domiciliari lo scorso 28 marzo, spingendo il padre a denunciare la disparità di trattamento rispetto a Gabriele Marchesi, ventitreenne milanese coindagato per i fatti dell’11 febbraio 2023 che hanno portato in carcere l’insegnante italiana, il quale è agli arresti domicliari in Italia con un mandato d’arresto ungherese. Per il giudice esiste sempre il pericolo di fuga, e una detenzione di 13 mesi “non è tanto lunga vista la gravità dei reati stabiliti dalla Procura”.

I legali di Salis hanno presentato un ricorso il cui esito si conoscerà entro aprile, mentre la prossima udienza è fissata per il 24 maggio, in attesa, a questo punto, di conoscere il verdetto delle europee.

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