"In cella con scarafaggi e topi" Ilaria Salis, in carcere a Budapest "in condizioni disumane"

Dal febbraio del 2023 la maestra milanese è in carcere a Budapest per disordini nell'ambito di una manifestazione neonazista; il padre ha parlato in Senato delle "condizioni disumane" in cui la figlia è detenuta. Il processo a suo carico si aprirà il 29 gennaio.

Da quasi un anno, per la precisione dall’11 febbraio 2023, l’insegnante trentanovenne Ilaria Salis si trova in carcere in Ungheria, accusata di aver aggredito tre persone durante una manifestazione contro nazisti ungheresi e tedeschi che si erano riuniti, come ogni anno, per la Giornata d’Onore, nata per commemorare le truppe tedesche e magiare che proprio nel febbraio del ’45 affrontarono l’Armata Rossa impegnata a liberare Budapest.

Da dodici mesi la famiglia di Salis, sostenuta anche dalla senatrice Ilaria Cucchi, sta lanciando appelli al governo italiano affinché intervenga in maniera diplomatica per garantire la sicurezza della donna, che, secondo il padre, Roberto Salis, sarebbe detenuta in “condizioni disumane”.

“Si trova in condizioni di massima sicurezza in un carcere – ha spiegato Roberto Salis nel corso di una conferenza stampa promossa in Senato da Cucchi – Ho mandato messaggi alle istituzioni già il 20 marzo, non ho ricevuto risposta”.

“Silenzio assordante”, sono invece le parole che Ilaria Cucchi ha usato per definire la posizione dell’attuale maggioranza guidata da Giorgia Meloni, dopo che, a dicembre, aveva chiesto anche via social che Ilaria Salis avesse un regolare processo.

Mia figlia rischia fino a 24 anni per aver provocato lesioni guarite in 5 e 8 giorni – ha proseguito il padre della donna – Chiediamo alla politica di fare qualcosa. Ilaria è costretta a mangiare con le mani e fino al 6 settembre non ha potuto parlare con noi. Ora riusciamo a sentirla un paio di volte a settimana per pochi minuti. In cella ci sono cimici, scarafaggi e topi.

Roberto Salis in aula ha anche letto una lettera scritta dalla figlia in carcere e recapitata tramite il suo legale:

Sono stata tormentata da punture di cimici da letto per i primi tre mesi che mi procuravano reazioni allergiche ma non ho ricevuto antistaminici né crema.

Condizioni inumane che si aggiungono ad altri racconti della ragazza fatti ai suoi avvocati in Italia, con detenuti “obbligati a stare rivolti verso il muro”, “reclusi 23 ore su 24 in celle all’interno di sezioni miste uomini e donne”. Salis aveva inoltre raccontato come, durante il trasporto dei detenuti, questi fossero legati con cinturone di cuoio con fibbia, anche ai piedi, e guinzaglio fissato alla manetta a uno dei polsi e tenuto all’altra estremità dall’agente di scorta. Secondo quanto riportato Ilaria Salis sarebbe stata costretta a indossare abiti sporchi, inclusa la biancheria intima, per 5 settimane circa, ovvero fino a quando il consolato italiano non è stato autorizzato a consegnarle il pacco con la biancheria pulita.

“I cittadini hanno bisogno di risposte – ha affermato Roberto Salis, che ha spiegato di aver scritto una lettera a dicembre, rivolta alla premier Giorgia Meloni, ai ministri Antonio Tajani e Carlo Nordio e ai presidenti di Camera e Senato, senza ricevere risposta – Trovo scandaloso che nemmeno un portaborse di un sottosegretario spenda cinque minuti per chiamare i familiari e capire cosa sta succedendo a un cittadino italiano”.

György Magyar, il legale che sta seguendo Ilaria Salis in Ungheria, al Manifesto ha invece spiegato che le accuse nei confronti della donna sono tutte senza prove

Ilaria Salis è accusata di aver tentato di ferire tre persone, causando loro lesioni personali, cosa che, secondo l’accusa, ha commesso da appartenente a un’organizzazione criminale – ha riferito – Le ferite non erano gravi, ma secondo la procura potenzialmente mortali. La pena per reati che mettono in pericolo la vita è elevata e qui la situazione è ulteriormente aggravata dal presunto coinvolgimento in un’organizzazione criminale, motivo per cui la procura ha proposto una punizione così severa. Tuttavia, a mio parere, non è stato dimostrato che Salis abbia commesso questi crimini, non vi era alcuna possibilità che le lesioni fossero mortali e non c’è alcuna organizzazione criminale coinvolta. Ne discuteremo in tribunale.

[…]Non posso fornire informazioni sulle prove specifiche, ma posso dire che, a mio avviso, non esiste alcuna prova diretta e la signora Salis si è dichiarata non colpevole fin dall’inizio del procedimento.

Il 29 gennaio si aprirà il processo nei confronti di Salis e di un altro detenuto, un cittadino tedesco, su cui pendono le medesime accuse; in quella sede, ha spiegato ancora Magyar, “gli imputati dichiarano se ammettono la loro colpevolezza. Se la negano, insieme ai loro difensori, hanno la possibilità di presentare istanze probatorie e richiedere, ad esempio, l’audizione di testimoni o periti e la presentazione di documenti”.

Nel frattempo, da quasi un anno Ilaria Salis è in carcere in regime di custodia cautelare preventiva e, come ha spiegato il legale ungherese, nel Paese il tempo massimo per questo provvedimento “dipende dalla gravità del reato di cui si viene accusati. Nel caso di specie, secondo la legge, la durata dell’arresto precedente al processo può arrivare fino a tre anni”.

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