Ilaria Salis, la maestra italiana di 39 anni in carcere a Budapest da mesi. L'appello del padre

L'appello del padre di Ilaria Salis, la maestra italiana in carcere a Budapest da mesi per aver aggredito due neonazisti: "Il supporto degli italiani ci aiuta a non perdere la speranza".

Ilaria Salis, docente milanese di 39 anni, è in carcere a Budapest da 11 mesi per aver aggredito due neonazisti l’11 febbraio 2022 nella capitale ungherese durante il “Giorno dell’onore”, una manifestazione a cui partecipano i nostalgici di Hitler. Per l’accaduto, comunque, non ci sono testimoni, né prove o una querela.

Il padre di Ilaria Salis, Roberto Salis, ingegnere, da 11 mesi si adopera con ogni mezzo per riportare sua figlia in Italia affinché possa essere sottoposta a un giusto processo.  Ilaria Salis è rinchiusa nel carcere di massima sicurezza di Budapest dal 12 febbraio 2023.

Roberto Salis ha creato con amici e attivisti il comitato “Ilaria Salis Libera” per chiedere al Governo il rimpatrio della figlia in Italia, per scontare la sua pena nel suo Paese, nonostante non ci siano prove contro di lei.

Roberto Salis ha dichiarato in un’intervista con Elena Filini di Vanity Fair che dal 7 settembre scorso Ilaria Salis ha un cellulare abilitato a chiamare la famiglia e 70 minuti a settimana. “Può chiamare solo lei ma rispetto ai primi trentacinque giorni di tortura carceraria, abbiamo la possibilità di sentirla”, ha dichiarato.

La famiglia di Ilaria Salis, sostenuta anche dalla senatrice Ilaria Cucchi, ha fatto appello al Governo italiano per riportare Salis in Italia, sottolineando anche il degrado delle condizioni in cui è stata detenuta. Ilaria Salis, ha ricordato il padre, è stata tenuta per 8 giorni con abiti sporchi, senza carta igienica né assorbenti, sapone e in uno stato di isolamento e malnutrizione, una situazione che ha fatto muovere anche Amnesty International.

Il pacco con generi di prima necessità da parte dell’Ambasciata italiana le è stato consegnato dopo ben 35 giorni.

La donna rischia fino a 24 anni per aver provocato “lesioni guarite in 5 e 8 giorni”, ha detto il padre della donna in una conferenza stampa in Senato promossa da Cucchi. La donna è assistita da György Magyar, il suo difensore a Budapest, uno dei più noti avvocati penalisti ungheresi.

Senza i miei contatti professionali sarebbe stato molto difficile trovare una solida difesa”, ha detto Roberto Salis, chiarendo che l’Ambasciata italiana non ha fornito nessuna lista di avvocati in Ungheria per poter difendere la docente.

Il 29 gennaio a Budapest si terrà la prima udienza, in cui la Procura presenterà le prove e chiederanno a Ilaria Salis se si dichiara colpevole o innocente rispetto all’imputazione. La donna si è sempre detta innocente.

Roberto Salis ha dichiarato che sua figlia è un’antifascista militante ed è una “che non ha paura di buttarsi nel pozzo per un ideale. Io preferirei non lo facesse, ma la ammiro perchè lo fa”.

Nella giornata di domani il padre di Ilaria Salis vedrà “un alto esponente del Governo e ci sarà una possibilità di comunicazione” per un piano di azione in cui “ci sia la volontà di riportare mia figlia Ilaria in Italia e con una data”.

L’appello di Roberto Salis è stato condiviso da decine di migliaia di italiani. L’uomo ha dichiarato che “l’affetto e l’amore di tantissime persone verso la nostra famiglia” lo ha sorpreso e incoraggiato. “Questo supporto ci aiuta a non perdere la speranza”.

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