In Karamoja, una regione poverissima del nord-est dell’Uganda, ogni donna corre un serio rischio ogni volta che esce di casa. I matrimoni possono avere inizio con il rapimento di una donna da parte di un uomo, seguito da costrizione e confinamento forzato nella sua residenza fino a quando per lei sarà impossibile tornare alla vita precedente.

“La maggior parte delle bambine abbandona la scuola perché le madri non possono sempre accompagnarle. Altre madri, per paura, smettono di mandare le loro figlie a scuola”, ha riferito Christine Akello, dell’Associazione ugandese delle donne avvocatesse in Karamoja.

Intorno ai 15 anni, le ragazze del posto sono costrette ad abbandonare la capanna dei genitori per trasferirsi in una comune per ragazze. “È in queste capanne che le ragazze vengono perquisite e costrette a fare sesso di notte. Oppure i ragazzi aspettano le ragazze mentre vanno a scuola o al mercato”, ha rivelato Monica Alany, una giovane donna Karamojong.

“Anche se la comunità non protegge le ragazze dallo stupro, i ragazzi della famiglia picchiano le ragazze quando scoprono che sono state stuprate”. La madre di Alany l’ha nascosta in una missione cattolica per tenerla fuori pericolo.

Lo “stupro da corteggiamento” è molto comune, ha detto Akello. “Molte donne sposate sono sopravvissute allo stupro di corteggiamento e credono che gli uomini abbiano il diritto di violentarle come segno di affetto o espressione di interesse”. Addirittura, a volte sono gli stessi familiari delle ragazze ad aiutare a organizzare il rapimento.

Alice Nakiru fu rapita quando aveva solo aveva 20 anni da un amico di famiglia, che piombò in casa sua, la portò nella sua capanna e la violentò ripetutamente. La confinò lì per giorni e a nulla servirono le urla e le richieste di aiuto di Nakiru. “È così che sono diventata sua moglie”, ha detto la giovane, ora 32enne. “Sono passata dal prendermi cura di mia nonna e dei miei zii a prendermi cura di mio marito e dei miei bambini”.

E ha aggiunto: “Tutti si sposano così. Anche i poliziotti possono rapire una donna e abusare di lei con la forza”.

Nel mese di febbraio, le leggi che consentivano i matrimoni consuetudinari e religiosi per le ragazze al di sotto dei 18 anni sono state dichiarate incostituzionali. Nonostante il divieto dei matrimoni precoci in base alla legge ugandese, oltre un terzo delle ragazze si sposa prima di compiere 18 anni, con un tasso che supera il 50% nelle regioni dell’Uganda orientale.

“La scuola è l’unico posto dove le ragazze possono sentirsi al sicuro”, ha detto Gloria Nakong, collaboratrice domestica ugandese che intende diventare avvocato per “lottare per le bambine”. Il collegio delle Kangole Girls a Moroto, gestito da suore cattoliche, è stato per 60 anni un0ancora di salvezza per le giovani.

“Apriamo la nostra scuola alla comunità e raggiungiamo quelle ragazze che rimarrebbero escluse dalla scuola”, ha affermato la preside Suor Emma Wachira. “Incoraggiamo i genitori a portare le ragazze a scuola, dove possono stare al sicuro e avere cibo da mangiare. Ci assicuriamo che la ragazza che sarebbe rimasta a casa, si sarebbe sposata e non avrebbe ricevuto un’istruzione, ottenga un’istruzione e un futuro migliore”.

In Italia il matrimonio riparatore è stato reso illegale solo nel 1981, grazie allo sforzo congiunto di Franca Viola e di suo padre. Un particolare non di poco conto, che induce a riflettere su quanto è stato fatto e su quanto ancora c’è da fare per la tutela delle donne in Italia come nel resto del mondo.

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