"Non voglio più fare l'attrice" Kasia Smutniak lascia il cinema
L'attrice lo ha annunciato a La Stampa. "Il mio bicchiere si è riempito", ha detto. Recentemente ha esordito alla regia con il documentario Mur.
L'attrice lo ha annunciato a La Stampa. "Il mio bicchiere si è riempito", ha detto. Recentemente ha esordito alla regia con il documentario Mur.
In una recente intervista con La Stampa Kasia Smutniak ha annunciato la sua volontà di ritirarsi dal mondo del cinema; la talentuosa attrice polacca, naturalizzata italiana, ha spiegato i motivi della sua scelta parladno di un motivo particolare della sua vita e della carriera.
Smutniak, ex compagna del compianto Pietro Taricone e oggi legata al produttore Domenico Procacci, ha appena debuttato come regista nel documentario Mur, che tratta del ruolo della Polonia all’inizio della guerra tra Russia e Ucraina, sull’accoglienza dei rifugiati e sulla costruzione di un muro al confine bielorusso per impedire altri ingressi.
“Mentre indossavo i panni di Livia Drusilla [il suo ruolo nella serie Domina, ndr.], a Cinecittà, ricevevo i messaggi dal bosco di Mur, le foto, i video, le coordinate Gps di persone in fin di vita, con i figli accanto, in mezzo ad atrocità indescrivibili. Quel periodo ha provocato in me uno sdoppiamento che non scorderò mai. Sono esperienze che ti cambiano. Me le tengo per me. Il mondo intorno non è cambiato. Sono cambiata io”.
Da questa esperienza anche il desiderio di cambiare altro nella sua vita, qualcosa che Kasia Smutniak definisce “la voglia di mescolare le carte e di rischiare”.
“Sono entrata in un’altra fase della vita e ho sentito l’esigenza di smettere – ha aggiunto – Ci avevo provato anche prima, ma ogni volta mi bloccavo e risalivo sulla giostra, come un criceto. Non voglio più fare l’attrice. Penso sia la decisione più punk che ho preso finora, anche perché l’ho maturata in un momento bellissimo della mia carriera”.
Dentro di sé la decisione è maturata in maniera graduale. “Da più di 20 anni racconto storie. E ho creduto davvero, ogni volta, che valesse la pena raccontarle. Tutte. A un certo punto la realtà che mi circondava, le persone che incontravo, le loro vicende, mi sembravano più interessanti di quelle che mi capitava di interpretare. Mi sono chiesta, ma cosa sto raccontando? Il mio bicchiere si è riempito. Mi sono detta ‘se sei un’artista, devi rischiare di più’, devi seguire l’istinto”.
Quando ha comunicato in famiglia la sua volontà, “Non ci ha creduto nessuno”, ha detto. “Poi l’ho detto alla mia agente, all’ufficio stampa, e a chi lavora con me. Non credo che l’abbiano capito tutti. Probabilmente pensano sia una cosa passeggera”.
Giornalista, rockettara, animalista, book addicted, vivo il "qui e ora" come il Wing Chun mi insegna, scrivo da quando ho memoria, amo Barcellona e la Union Jack.
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