La vera storia di Asunta Basterra, la 12enne uccisa dai genitori adottivi

La triste storia della 12enne Asunta Basterra, uccisa dai genitori adottivi e abbandonata in un bosco poco prima del suo 13esimo compleanno.

Il caso di Asunta Basterra rimane ancora oggi una storia terribile quanto misteriosa, che continua a suscitare interesse e dibattito pubblico, anche a distanza di anni, tanto da aver ispirato la serie Asunta, disponibile su Netflix dal 26 aprile.

Asunta, una ragazza di dodici anni, fu trovata morta nei pressi della sua casa a Teo, in Spagna, proprio mentre si avvicinava al suo tredicesimo compleanno. La sua morte diede inizio a un intricato labirinto di indagini, sospetti, misteri. I genitori adottivi di Asunta, Rosario Porto e Alfonso Basterra, furono subito sotto i riflettori delle indagini. Nonostante la mancanza di prove schiaccianti, i giudici ritennero che i numerosi indizi fossero sufficienti per condannarli a 18 anni di carcere.

Ma chi era Asunta? Nata il 30 settembre 2000 in Cina con il nome Yong Fang, Asunta fu adottata a nove mesi da Porto e Basterra. La sua fu la prima adozione internazionale della Galizia. Fin da piccola Asunta dimostrò di essere una bambina dalle straordinarie capacità: seguiva corsi di pittura e piano, parlava tre lingue, aveva una passione per il balletto, lo sport e andava anche molto bene a scuola.

La famiglia di Asunta era quella che di solito si definisce ‘una buona famiglia’: la madre, Rosario Porto, proveniva da una famiglia benestante di Santiago e aveva costruito una carriera brillante nel campo del diritto internazionale dopo aver studiato Legge presso l’Università locale e aver svolto anche il ruolo di console di Francia. Tuttavia, il 2012 portò a un periodo difficile per Rosario, con la perdita dei genitori e un divorzio turbolento con il marito.

Il padre, Alfonso Basterra era un giornalista economico di Bilbao, aveva condotto una carriera di successo nei media prima di dedicarsi completamente alla cura e all’educazione di Asunta. Dopo il divorzio, i due genitori si separarono geograficamente, ma continuarono ad essere fortemente coinvolti nella vita della figlia.

Dopo il divorzio tra Rosario e Alfonso, il clima in famiglia cambiò radicalmente. Asunta iniziò a manifestare segni di sonnolenza durante le sue lezioni di piano, attribuiti – secondo quanto rivelato da lei stessa agli insegnanti – alla somministrazione di una polvere bianca da parte dei genitori. Inoltre, Asunta rivelò di essere stata attaccata una notte da un uomo mascherato e vestito di nero, che tentò di strangolarla, ma nessuna denuncia venne presentata. Gli indizi però porterebbero al padre, dal momento che non vennero trovati segni di effrazione e i cani dei vicini non abbaiarono quella notte.

Nove giorni prima del compleanno di Asunta, la madre Rosario denunciò la sua scomparsa, ma il giorno successivo il corpo venne trovato nel bosco vicino alla loro casa. Gli investigatori notarono segni di violenza e tracce di corda arancione. La madre venne arrestata per omicidio, seguita dal padre il giorno successivo. Le loro conversazioni durante il periodo dell’arresto contribuirono a convincere i giudici. Nel dettaglio, Rosario avrebbe sussurrato al marito: “Tu e i tuoi giochetti” e lui avrebbe risposto: “Zitta, che come minimo ci stanno ascoltando”.

asunta basterra
Fonte: Instagram, @lanitmesfosca

Gli investigatori trovarono circa 600.000 documenti cancellati sul pc del padre. Venne trovato materiale pornografico asiatico insieme a foto intime di Asunta. In casa vennero trovati indizi cruciali, inclusa la corda arancione ritrovata vicino al corpo della ragazza e un panno bagnato con tracce di DNA di Asunta. L’autopsia indicò che la causa della morte fu l’asfissia, mentre nel sangue della ragazza furono trovate tracce di Lorazepam, un farmaco sedativo acquistato più volte dal padre.

Secondo la ricostruzione degli investigatori, il giorno della sua morte Asunta venne prima stordita con una grossa dose di Lorazepam e poi legata e soffocata con il panno da Rosario. Ma quale fu il movente? Le ipotesi includono l’interesse per l’eredità dei genitori di Rosario lasciata alla nipote, la percezione di Asunta come ostacolo a un matrimonio precedente più felice e la possibilità di un crimine sessuale, dato che sulla camicetta di Asunta vennero trovate tracce di sperma di un cittadino colombiano residente a Madrid.

Nel 2015, Rosario Porto e Alfonso Basterra sono stati condannati a 18 anni di carcere per omicidio premeditato e di comune accordo, sebbene l’accusa ne avesse richiesti 20. Rosario si è suicidata in carcere nel 2020 dopo vari tentativi. È stata sepolta in una tomba senza nome insieme alla figlia.

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