Giacomo Passeri, 31 anni, è accusato dalla magistratura egiziana di detenzione e traffico di stupefacenti, e di far parte di una piccola rete di spaccio sul mercato locale. Il ragazzo è stato trovato in possesso di una piccola quantità di marjiuana, per uso personale. Passeri si trova in carcere al Cairo da 11 mesi.

Su Repubblica si legge che due poliziotti egiziani hanno fermato Giacomo Passeri il 23 agosto del 2023 mentre era in viaggio in Egitto, e il ragazzo è stato trattenuto per 11 mesi, sballottato tra interrogatori saltati per via degli interpreti non trovati, le udienze rinviate ogni 3 mesi, di cui la prossima sarà a settembre, e l’avvocato egiziano che ha emesso una parcella di 30 mila euro, pagata attraverso il crowdfunding.

Ora, tramite la stampa, i quattro fratelli di Giacomo Passeri chiedono che “lo Stato si interessi a lui, se ha fatto qualcosa è giusto che paghi, ma può farlo in Italia, riportatelo a casa”.

I suoi fratelli hanno raccontato delle lettere inviate loro da Passeri, in cui ha rivelato di essere stato torturato e rinchiuso in una cella piena “di feci, urine, scarafaggi, con le manette talmente strette da non far più scorrere il sangue nelle dita”, per poi essere di nuovo trasferito in un’altra cella con 12 detenuti accusati di omicidio e tentato omicidio.

Come ha scritto nelle lettere, Giacomo Passeri è stato anche operato per l’appendicite e “abbandonato senza cure per giorni”, con gli agenti che gli tiravano acqua addosso e lo “minacciavano in arabo”. Passeri ha scritto che, se non fosse stato per il medico che li ha fermati, “non so come andava a finire”.

Nell’ultima lettera di Giacomo Passeri, risalente a giugno, ma recapitata nei giorni scorsi, l’uomo ha parlato dell’accusa della magistratura egiziana contro di lui come di “una barzelletta per cui mi sto fracicando il cervello qua dentro, tra sta merda strapiena di mosche come ci fossero cadaveri”.

Marco Grimaldi, il vicecapogruppo di Avs, ha presentato un’interrogazione al ministro degli affari esteri Antonio Tajiani: “L’Ambasciata deve garantire assistenza e supporto e muoversi per un equo e giusto processo in tempi celeri”, ha chiarito alla stampa Grimaldi. “Il governo deve riportarlo in Italia. Non vogliamo altri casi Salis, tantomeno altri Regeni”.

La discussione continua nel gruppo privato!
Seguici anche su Google News!