Un nuovo sondaggio ha rilevato che la menopausa può a volte essere uno dei motivi che conduce al divorzio.

Secondo l’indagine portata avanti dal Family Law Menopause Project e dalla Newson Health Research and Education, otto donne su 10 hanno affermato che i sintomi della perimenopausa o della menopausa mettono costantemente a dura prova il rapporto di coppia con il partner.

I primi sintomi della menopausa possono verificarsi ancor prima dell’interruzione completa delle mestruazioni (in questo caso si sta entrando nella perimenopausa) e possono accompagnare la donna per molti anni della sua vita.

I sintomi fisici della menopausa includono vampate di calore, difficoltà a dormire e sudorazioni notturne. Ma non finisce qui. Ci sono poi i sintomi di natura psicologica, che includono umore basso e ansia, bassa libido e difficoltà di concentrazione.

La ricerca realizzata è stata condotta su un campione di 1.000 donne e si è rilevato che il 70% di loro attribuiva alla menopausa i vari problemi matrimoniali. In alcuni casi, sono anche aumentate non solo le discussioni ma anche gli abusi domestici.

Solo un terzo delle donne intervistate ha dichiarato di star seguendo una terapia ormonale sostitutiva per alleviare i sintomi (ha avuto un impatto positivo sul 65% di loro). Molte donne hanno ammesso che ricevere una forma di supporto avrebbe loro permesso di superare la crisi con il coniuge.

La dottoressa Louise Newson, un medico che gestisce il centro Newson Health, ha dichiarato: “Sebbene i sintomi fisici della menopausa siano ben noti e spesso discussi, l’impatto sulla salute mentale è spesso ignorato e può essere catastrofico per molte donne, dal punto di vista del lavoro che delle relazioni”.

E ha aggiunto: “La nostra missione è migliorare i risultati sulla salute delle donne in perimenopausa e menopausa attraverso ulteriori studi e ricerche, e questa ricerca è un primo passo in quella direzione”.

Come si legge nella ricerca, “La mancanza di supporto specialistico o di indagini di routine sulle donne in menopausa rappresentano un’opportunità di intervento persa”. Si spera, quindi, che questo studio possa essere solo il primo di una lunga lista.

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