Maryam Rajavi, 68 anni, è la leader dei Mujahedin del Popolo dell’Iran, un’organizzazione che sostiene il rovesciamento del governo iraniano, e presidente eletta del Consiglio Nazionale della Resistenza dell’Iran. In un discorso ha recentemente esposto i crimini delle forze militari di Ali Khamenei, leader iraniano.

Una parte del discorso di Maryam Rajavi è stato condiviso sul profilo Twitter della presidente. Davanti a un nutrito gruppo di sostenitori e politici, Rajavi ha dichiarato che una volta liberato l’Iran dall’occupazione dei mullah il Paese dovrà essere ricostruito sulle macerie di 44 anni di sofferenza, ma che un cambiamento è possibile.

I sogni intrisi di sangue e sepolti nelle tombe senza nome delle vittime massacrate prenderanno vita in una repubblica democratica con uguaglianza di genere, la separazione tra Stato e religione e l’autonomia delle diverse nazionalità oppresse al momento in Iran“, ha dichiarato Maryam Rajavi dal podio.

La presidente Rajavi ha poi esortato tutti gli iraniani nel mondo a far udire la propria voce e incoraggiare i governi dei propri Paesi a riconoscere il diritto del popolo iraniano a rovesciare il “fascismo religioso” che sta opprimendo la nazione e ottenere la libertà.

Rajavi ha chiesto che i governi recidano “tutti i rapporti e l’assistenza al regime“, sottolineando che devono deferire al Consiglio di Sicurezza dell’ONU per esaminare il dossier delle violazioni dei diritti umani che il regime sta attuando.

La presidente ha chiesto che l’ONU prenda provvedimenti per le violazioni dei diritti umani del regime con il Tribunale Internazionale Speciale, “compreso l’atroce massacro di oltre 50 bambini e adolescenti da parte del Corpo delle guardie della rivoluzione islamica di Ali Khamenei, e il massacro dei prigionieri politici in Iran“.

Nella prigione di Evin, a Tehran, infatti, il mese scorso le forze iraniane hanno fatto irruzione picchiando e sparando ai detenuti, come riporta Amnesty International, per poi appiccare un incendio. Fuori dalla prigione si stanno ammassando i manifestanti e le manifestazioni a sostegno dei prigionieri si svolgono nelle piazze di tutto il mondo.

Le ambasciate del regime devono essere chiuse“, ha concluso Rajavi. “Gli agenti del Ministero dell’Intelligence e i mercenari terroristi delle forze di Qods devono essere espulsi e i loro passaporti revocati… il Corpo delle guardie della rivoluzione islamica di Ali Khamenei deve essere inserito nella blacklist e sciolto“.

La presidente ha infine ricordato che, “come abbiamo ripetuto per quattro decenni, il seggio iraniano alle Nazioni Unite appartiene al popolo iraniano e alla Resistenza“.

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