Michael J. Fox: "Ogni giorno diventa più duro, non arriverò a 80 anni"
L'ex protagonista di Ritorno al Futuro ha parlato a cuore aperto a CBS Sunday Morning della sua malattia e delle difficoltà che deve affrontare ogni giorno.
L'ex protagonista di Ritorno al Futuro ha parlato a cuore aperto a CBS Sunday Morning della sua malattia e delle difficoltà che deve affrontare ogni giorno.
Michael J. Fox sa bene di avere una malattia degenerativa, come è il Morbo di Parkinson, che lo porta a un graduale peggioramento delle sue condizioni e non nasconde quanto la sua quotidianità sia difficile. La diagnosi è arrivata quando aveva solo 29 anni (ne compirà 62 il 9 giugno 2023), ma ha trovato il coraggio di renderlo noto solo nel 1998.
L’interprete di Ritorno al Futuro non ha mai perso il suo spirito combattivo, ma è convinto di non avere ancora tanto tempo davanti a sé: “Non si muore di Parkinson, si muore con il Parkinson. Non arriverò a 80 anni – ha detto in un’intervista a CBS Sunday Morning, in onda il 30 aprile – Sarò franco: sta diventando sempre più difficile. Ogni giorno è più difficile, purtroppo è così. Non si muore di Parkinson, si muore con il Parkinson”.
Ascoltare queste parole non può che essere un colpo al cuore, ma sono dettate in lui anche dalle difficoltà che si trova ad affrontare quotidianamente e che appaiono sempre più grandi. L’attore, infatti, fatica a deambulare e a parlare, oltre ad avere un tremore evidente.
Solo ora Michael J. Fox ha rivelato di essersi sottoposto a un intervento che si è reso necessario a causa di un tumore benigno alla spina dorsale, che causava problemi nei movimenti, oltre ad avere provocato la rottura di due braccia, una frattura ad una mano e varie lesioni alla faccia. Per uno come lui tutto questo può avere conseguenze che non devono essere sottovalutate: “Le cadute possono diventare letali con il Parkinson – ha raccontato nell’intervista – come prendersi la polmonite per l’aspirazione del cibo a causa della disfagia (difficile a deglutire il cibo) tipica del Parkinson”.
L’artista è comunque orgoglioso di avere permesso alla ricerca scientifica di fare passi avanti importanti grazie alla sua fondazione. Si è così arrivato all’identificazione di un marcatore biogenetico che potrebbe portare ad una diagnosi precoce e quindi ad una cura.
Nonostante tutto, lui non vuole abbattersi: “Finché sono grato, posso essere ottimista”, ha detto in un’intervista a Entertainment Weekly a proposito del documentario di Apple TV+. E posso essere grato se ci penso, perché non avrei avuto il resto della mia vita se non fosse stato per le tante cose che mi sono successe, Tracy (Pollan, la donna con cui è sposato, ndr) prima di tutte. E anche se sembra innaturale, ancora oggi, se riesco a trovare una piccola cosa per cui essere grato, posso essere ottimist
Perennemente con la musica in sottofondo e un libro di Flaubert in borsa, amo le grandi città e i temporali. Da bambina volevo diventare una scrittrice di gialli. Collaboro con Roba Da Donne, DireDonna e GravidanzaOnLine.
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