Michela Murgia, 51 anni, attivista e scrittrice di Stai zitta e altre nove frasi che non vogliamo sentire più e Tre ciotole, si è raccontata in un’intervista a Vanity Fair con Simone Marchetti.

La scrittrice ha recentemente rivelato di avere un tumore al quarto stadio: le metastasi sono già nei “polmoni, nelle ossa, al cervello”, aveva dichiarato al Corriere, e un’operazione “non avrebbe senso”. Murgia ha detto di avere solo pochi mesi di vita, ma che ha deciso di viverli a pieno, a ha anche in programma di sposarsi con il compagno Lorenzo Terenzi.

A Vanity Fair ha parlato dei suoi progetti e di come affronta la vita. Michela Murgia ha raccontato di essere arrivata, nel 2021, in ospedale in fin di vita, durante il secondo lockdown.

Quando è arrivata la diagnosi del tumore era una buona notizia, perché avevo ancora tempo, perché non sarei morta in terapia intensiva”, ha confidato Murgia.

La scrittrice ha dichiarato di non avere paura della morte, ma solo del dolore.

Questo è il tempo migliore della mia vita”

ha detto Murgia, aggiungendo che forse visto da fuori non lo è per via del cancro, del tempo contato, ma “non conta il cosa, conta il come. E in questo momento io posso scegliere il come”.

La scrittrice, prossima al matrimonio, ha scelto un anello nuziale con la rana, animale “ibrido” come la sua famiglia queer. Essendo un animale sia di acqua che di terra, la rana “Rappresenta bene la queerness in natura”, ha sottolineato.

A proposito di famiglia e amore, Michela Murgia ha parlato del suo amore per le persone care che la circondano e formano la sua famiglia.

Ne amo molte e sono riamata in modi molto diversi”, ha detto a Vanity Fair. “Quindi sperimento una gradazione di amore molto più ampia di quella che si può sperimentare dentro una coppia”.

Riguardo alla sua visione di famiglia queer, e in generale della famiglia non tradizionale, la scrittrice ha spiegato che il concetto di madre, padre e figli è un prodotto “anni ’60”, e che “tutte le famiglie che hanno il sangue come fondamento sono famiglie di natura patriarcale”.

L’idea della famiglia queer, ha aggiunto Murgia, è che la volontà conta più del sangue.

Noi siamo riusciti a creare questo legame senza passare per il sangue. E di questo sono molto fiera”.

Michela Murgia ha anche confidato che il suo ultimo desiderio sarebbe quello di andare in Corea del Sud per vedere i BTS.

Probabilmente non ci andrò, ma i BTS verranno a me. Non si può sapere”, ha detto.

La discussione continua nel gruppo privato!
Seguici anche su Google News!