Monica Lewinsky: "Non importa il verdetto Heard-Depp, siamo tutti colpevoli"

Con un editoriale, l'autrice ha riportato il suo pensiero a proposito del processo che ha visto scontrarsi i due attori, parlando di quanto questa vicenda influirà non solo sulle loro vite, ma sulla cultura in generale, ponendo l'accento anche sulla misoginia intrinseca a esso e al ruolo che il pubblico ha avuto.

L’1 giugno è arrivato il verdetto del processo più “social” mai esistito, quello tra Amber Heard e Johnny Depp. La giuria ha giudicato Heard colpevole per le accuse di diffamazione, per cui dovrà rimborsare 15 milioni di dollari all’ex marito, mentre Depp dovrà a lei 2 milioni per una causa sempre di diffamazione ma minore. Molte le celebrità che hanno preso posizione nella vicenda, tra cui Monica Lewinsky, che con un editoriale su Vanity Fair ha riportato la sua riflessione in merito.

Monica Lewinsky ha parlato di come la vicenda tra i due divi di Hollywood sia stata un caso mediatico unico, e in particolare di come, grazie ai social, spesso ci si sia basati solo su versioni distorte del processo, con la visione di amici e parenti a fare da filtro. Ne è risultata una vicenda frammentata, con informazioni travisate.

Per Lewinsky, poi, “un altro fattore ha complicato le cose“. Riguardando due personaggi di spicco come Heard e Depp, il processo per questioni private dei due si è trasformato in una enorme gogna pubblica che ha visto schierarsi delle vere e proprie tifoserie di fan di uno o dell’altra.

Questo confondersi di personaggi pubblici e vite private può avere un effetto negativo su di noi, come spettatori, come pubblico. Finiamo per essere combattuti tra le nostre relazioni con le celebrità e il nostro bisogno di vedere le personalità pubbliche abbassarsi di un gradino o due in modo da farci sentire meglio al confronto.

Monica Lewinsky ha infine voluto porre l’accento sulla misoginia di cui “questo processo è il capolavoro“. L’autrice infatti non si è sorpresa nel vedere che i meme su Amber Heard superassero quelli su Johnny Depp. Lewinsky sa bene cosa significa finire al centro del ciclone mediatico, dopo lo scandalo che l’aveva vista coinvolta negli anni ’90, e sa quanto questo influirà sulle vite di entrambi gli attori. Non solo: per Lewinsky, l’impatto maggiore di questa vicenda riguarderà tutta la cultura in generale.

Sono le implicazioni più ampie per la nostra cultura che mi preoccupano: i modi in cui abbiamo alimentato le fiamme della misoginia e, separatamente, il circo delle celebrità. Non sono solo due individui e come ti senti riguardo a loro nei confronti di questa situazione; è il danno collaterale culturale.

Lewinsky sottolinea nella sua riflessione un termine tedesco, “schadenfreude“, il piacere per le disgrazie degli altri: “L’ossessivo chiacchiericcio intorno al processo Depp-Heard è solo un piccolo esempio della ricerca sempre più ampia ed esigente di schadenfreude“. E per la cattiveria dimostrata dagli utenti dei social, l’autrice conclude:

Indipendentemente dal verdetto della giuria – sia che si tratti dell’imputata Heard o del querelante Depp – noi siamo colpevoli.

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