Il monologo di Maria Chiara Giannetta sui non vedenti: "Oltre ciò che si vede"

Sul palco del Festival di Sanremo 2022, l'attrice ha parlato delle persone cieche che l'hanno affiancata per interpretare al meglio il ruolo di Blanca, una giovane donna che ha perso la vista da bambina. "Quello che non conosco è una ricchezza infinita".

Affrontare il palco dell’Ariston non è mai un compito facile. Ma non per Maria chiara Giannetta, che ha affiancato Amadeus alla conduzione della quarta serata del Festival di Sanremo 2022, dimostrando una spigliatezza e una capacità di stare sul palco degna di una veterana. L’attrice, però, ha soltanto 29 anni, e ha saputo coniugare la sua ironia e la sua semplicità con momenti più seri e toccanti, come il monologo che ha voluto dedicare alle persone non vedenti che l’hanno aiutata ad entrare perfettamente nel ruolo di Blanca, protagonista dell’omonima serie targata RaiUno.

L’attrice, infatti, ha interpretato una giovane donna che, a causa di un incidente, ha perso la vista quando era bambina. Una donna che, mossa dalla sete di giustizia dovuta alla morte della sorella per mano di un fidanzato violento, decide di entrare in Polizia. Un ruolo non semplice per Giannetta, che si è affidata alle mani di quelli che lei chiama “i miei guardiani“: Michela, Marco, Sara, Maria e Veronica. Persone che le hanno insegnato ad affrontare la disabilità in un modo del tutto nuovo, con quel velo di ironia che troppo spesso abbiamo paura possa offendere qualcuno.

“Chiudete gli occhi e ascoltate. Quando dico ascoltare non intendo solo con le vostre orecchie, ma con tutti i vostri sensi. Il vostro respiro, annusate gli odori, sentite il sapore che avete in bocca. Avete capito di cosa si tratta? Quando ho iniziato questa avventura mi sono state affiancate cinque persone. Io li chiamo i miei guardiani. La parola guardiano significa “persona addetta a custodire e sorvegliare”. Deriva da guardia, che a suo tempo deriva da guardare e la cosa mi ha fatto sorridere, perché i miei guardiani sono ciechi”,

ha raccontato Giannetta, visibilmente emozionata nel presentare al pubblico quelle persone che in poco tempo sono diventate per lei così importanti.

“Michela è la prima persona che ho contattato, e si è mostrata subito entusiasta. Mi ha mandato dei video in cui faceva tutte le attività in casa. E ho scoperto che Michela vive con un tempo dettato solo da lei, non dal mondo, non dagli altri. Ho scoperto grazie a lei che quando voglio mi posso fermare. Marco e Sara li ho conosciuti nei teatri di posa di Blanca, dei posti assurdi. E non avevano difficoltà a chiedermi di aiutarli. E quante volte io, per orgoglio, non ho mai chiesto aiuto. Che stupida. Maria è stata una valanga: a 19 anni è salita su un treno, senza cane e senza bastone; ha trovato lavoro, e al pomeriggio si allenava. Ha partecipato alle Paralimpiadi di Atlanta del 1996, vincendo due bronzi e un argento”.

Tra i “guardiani” di Maria Chiara Giannetta c’è anche Veronica, campionessa nazionale di scherma non vedenti (che non era presente a Sanremo), che le ha insegnato il rapporto speciale che i ciechi hanno con il proprio cane guida, con cui diventano “un’unica entità“. L’attrice ha poi raccontato di come abbia provato a raccogliere tutti i loro consigli per interpretare Blanca:

“Blanca è tutti loro. È l’incaponirsi di Michela, il potersi fidare di Marco e Sara, l’ironia di Veronica, il salto nel vuoto di Maria. E io ho imparato che è bello mettersi un vestito elegante e truccarsi, però è anche bello andare oltre ciò che si vede. Ho imparato ad ascoltare oltre ciò che vedo, oltre i miei pregiudizi, i miei imbarazzi, i miei disagi, le mie paure. E ho scoperto che quello che non conosco è una ricchezza infinita che mi rende umana. Voi vi siete messi per un istante nei panni dei miei guardiani; io l’ho fatto per diversi mesi e ve lo assicuro, è stata una figata”.

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