Ucraina: morti marito e moglie del reggimento neonazista, lasciano un bambino

Vitaly e Alla Taranov si erano sposati dentro Azovstal, l'acciaieria a Mariupol in Ucraina. Dove i difensori del reggimento si erano rifugiati, dopo l'assedio della cittadina da parte dell'esercito russo, nel marzo 2022.

Vitaly e Alla Taranov si erano sposati dentro Azovstal, la fabbrica della cittadina di Mariupol, in Ucraina, in cui i difensori si erano dovuti rifugiare dopo l’assedio da parte dell’esercito russo nel marzo 2022. I due, secondo quanto riportato dalle autorità ucraine, avevano un figlio di pochi mesi, che è però rimasto orfano nei locali dell’acciaieria.

I genitori difensori hanno così lasciato il bambino, la cui sorte non è ancora chiara. Vitaly, il padre, è morto il 15 aprile durante un combattimento, mentre la madre Alla ha perso la vita in un bombardamento aereo, a tre settimane di distanza, l’8 maggio.

La notizia è stata resa nota dal vice comandante del battaglione Azov, Sviatoslav Palamar, in occasione della Giornata mondiale della famiglia il 15 maggio. Per poi essere diffusa su Telegram dal Comune di Mariupol l’indomani.

Il reggimento (Azov) è l’unità militare composta prevalentemente da volontari provenienti da partiti e movimenti politici legati all’estrema destra ucraina e integrati da volontari d’ispirazione nazifascista e neonazista, fondata nel 2014, che dallo scoppio della guerra difende la patria dall’invasione russa.

L’assedio alla Azovstal sembra essere terminato: il 16 maggio il Ministero della Difesa russo ha diffuso un video in cui ha mostrato la “resa” da parte dei combattenti ucraini mentre evacuano dall’acciaieria. Secondo i media russi, quindi, sarebbe stato raggiunto un accordo per trasportare i soldati gravemente feriti dalla fabbrica di Mariupol alla città di Novoazovsk, anche questa occupata dai russi.

Reuters ha infatti riferito che circa una dozzina di autobus, che presumibilmente trasportavano combattenti ucraini, ha lasciato Azovstal, Cedendo così il controllo della città portuale alle forze russe, dopo settimane di scontri.

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