Il tribunale civile ha respinto il ricorso della Procura di Padova che la primavera scorsa aveva chiesto di annullare gli atti di nascita dei figli con due mamme che il Comune aveva già riconosciuto come bambini figli di due madri.

Con la sentenza del tribunale, che ha di fatto bocciato lʼopposizione al doppio cognome dei bambini, saranno quindi riconosciute tutte le famiglie omogenitoriali già registrate a Padova dal sindaco Sergio Giordani. Tutti i 35 bambini riavranno i loro atti di nascita, registrati con una mamma biologica, partoriente, ed una ‘intenzionale’ (o affettiva).

Il sindaco Sergio Giordani, come riporta l’Ansa, ha esultato insieme alle mamme per questo risultato: “Oggi vince l’amore e l’interesse primario dei piccoli”.

Giordani aveva da subito continuato sulla sua linea difensiva verso la tutela dei figli di due madri nonostante l’impugnazione dei magistrati e davanti a questa vittoria ha spiegato che si tratta di un “passo importante” sia per i bambini che per le loro madri, aggiungendo che per lui è sempre stato “impossibile immaginare che ci fossero bambini di serie A e bambini di serie B”.

Nello specifico il Tribunale di Padova ha dichiarato “inammissibili” i 37 ricorsi della Procura, guidata fino a pochi mesi fa da Valeria Sanzari, confermando tutti gli atti di nascita con doppia maternità. Entrambe le madri, quindi, rimarranno registrate all’anagrafe.

Adesso la procura di Padova o il ministero dell’Interno potrebbero impugnare la sentenza e andare al processo d’appello, entro 10 giorni di tempo, ma il sindaco Giordani ha chiarito che loro saranno pronti per difendere ancora i diritti di questi bambini.

La segretaria del Pd Elly Schlein ha accolto la sentenza del Tribunale ricordando che adesso serve una legge che tuteli i bambini per “rispondere al monito formulato dalla Corte costituzionale fin dal 2021 e approvare una legge che riconosca pari dignità a tutte le famiglie”.

Dal 2017 a oggi il Comune di Padova ha registrato gli atti di nascita di 41 bambini figli di due madri, e di questi atti 37 erano finite sotto il mirino della Procura, guidata dall’ex procuratrice Valeria Sanzari, nel giugno 2023.

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