Padre inietta mercurio alla figlia di un anno: voleva ‘vendicarsi’ della madre
L'uomo, aiutato dalla sua nuova fidanzata, sapeva benissimo che il veleno non avrebbe portato alla morte, ma voleva provocare un dolore molto forte alla piccola.
L'uomo, aiutato dalla sua nuova fidanzata, sapeva benissimo che il veleno non avrebbe portato alla morte, ma voleva provocare un dolore molto forte alla piccola.
13 anni di prigione per aver tentato di uccidere la figlia di un anno con un’iniezione di mercurio. È questa la condanna che un tribunale tedesco ha stabilito per un uomo di 30 anni, Alexander K., che ha volontariamente inoculato la sostanza velenosa nel piedino della minore, con la scusa di volersi ‘vendicare’ della madre, per averlo lasciato poco dopo la nascita della bambina.
Secondo l’accusa, il padre, aiutato dalla sua nuova fidanzata, Maike W., anche lei condannata a 12 anni di carcere per aver preso parte al reato, sapeva benissimo che il veleno non avrebbe portato direttamente alla morte, e avrebbero compiuto l’agghiacciante gesto per provocare un dolore molto forte alla figlia. La piccola, infatti, dopo l’iniezione ha avuto una grave infezione al piede e un’eruzione cutanea sparsa su tutto il corpo, ma la presenza del mercurio nel suo sangue è stata scoperta solo per caso durante un terzo intervento chirurgico correlato in seguito all’avvelenamento.
L’uomo, originario della cittadina di Springe vicino ad Hannover, e la fidanzata 34enne hanno negato l’accusa a lungo, e solo quando il processo stava per terminare la coppia ha ammesso il reato, raccontando i dettagli: insieme, lo scorso luglio, hanno prelevato il mercurio da un vecchio termometro e lo hanno iniettato nel piede sinistro e nella caviglia destra della bimba. La donna, un paramedico, come riporta il quotidiano tedesco Bild, pare abbia acconsentito alla terribile tortura per salvare il rapporto, ormai in crisi e, come hanno sottolineato in aula, spinta dal desiderio di legare ancora di più a lei il suo fidanzato. Tra le accuse, oltre al tentato omicidio, anche quella di tentate lesioni personali gravi e maltrattamenti nei confronti di persone sotto protezione.
“L’imputato ha usato la figlia per punire la sua ex moglie. Voleva vedere la madre del bambino soffrire proprio come aveva sofferto lui durante la separazione. Ha messo i suoi sentimenti di vendetta al di sopra del diritto alla vita della figlia”, ha spiegato il giudice Martin Grote. Ora la piccola ha due anni e mezzo, sta ancora lottando con le conseguenze a lungo termine dell’avvelenamento. Nel suo corpo sono ancora presenti globuli di mercurio che potrebbero causarle problemi in futuro.
Perennemente con la musica in sottofondo e un libro di Flaubert in borsa, amo le grandi città e i temporali. Da bambina volevo diventare una scrittrice di gialli. Collaboro con Roba Da Donne, DireDonna e GravidanzaOnLine.
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