“Al Pertini l’hanno abbandonata, la mia compagna non si reggeva in piedi dopo 17 ore di travaglio”. Sono queste le prime parole del padre del neonato morto nell’ospedale romano mentre veniva allattato dalla madre.

L’uomo, sotto shock come la mamma, ha spiegato al Messaggero che la compagna è stata letteralmente “Obbligata a prendersi cura del piccolo da subito”. E ha aggiunto:

Aveva chiesto di portare il bimbo al nido per poter riposare qualche ora, ma le hanno detto di no. Avevamo scelto il Pertini   perché la mia compagna è nata lì e lì voleva partorire. Ma gliel’hanno lasciato accanto ininterrottamente e con le norme Covid nessuno di noi ha potuto starle accanto. E lei, anche se ha 29 anni, era stanchissima, il piccolo era irrequieto, non l’hai mai fatta dormire. così ha passato le nottate senza chiudere occhio.

Dalle prime ricostruzioni, il neonato pare sia morto per soffocamento, ma i genitori attendono i risultati dell’autopsia per capire come siano andate le cose, e hanno affidato il caso a un legale:

Mio figlio stava bene, apparentemente era sano a tutti gli effetti. (…) Di fatto, la causa esatta della morte è ancora sconosciuta e tante risposte noi ancora non le abbiamo. Confidiamo nelle indagini.

Il parto era avvenuto tre giorni prima, e la neo mamma nella notte tra il 7 e l’8 gennaio, avrebbe chiesto al personale del reparto di poter rimanere qualche minuto in più con il neonato, dopo averlo allattato. Poco dopo, esausta dalle ore di veglia, si sarebbe addormentata: per ore nessuno del reparto sarebbe passato a controllare o a riprendere il piccolo, trovato senza vita da una infermiera dopo la mezzanotte.

“La mia compagna mi ha chiamato urlando, mi ha detto di correre in ospedale. – ha raccontato il padre Ma quando sono arrivato non c’era più nulla da fare. Ci hanno detto di avere provato a rianimarlo, ma non l’hanno neanche svegliata, ha aperto gli occhi da sola e lo avevano già portato via. Non sappiamo bene chi se ne sia accorto. All’1.40 della notte è stato dichiarato il decesso”.

Sul caso è stata anche aperta un’indagine e la madre del piccolo è stata qualificata come parte offesa. L’ipotesi di reato formulata dalla procura di Roma è quella di omicidio colposo contro ignoti: attualmente non ci sono indagati, ma lo scopo degli inquirenti è capire se la donna sia stata vittima di un comportamento omissivo o negligente da parte dei sanitari.

“La cosa che non ci dà pace è che poteva accadere a chiunque, ed è successo a noi.sottolinea il padre del piccolo – Nulla ci potrà ridare il nostro bambino, ma non vogliamo che altri genitori vivano il nostro stesso incubo. Non è giusto che le donne siano lasciate sole nei reparti dopo il parto. Se ad altre mamme non è capitato, è solo perché sono state fortunate”.

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