Secondo una ricerca, camminare all’indietro può apportare sorprendenti benefici sia alla salute del corpo che del cervello.

Il retro-walking non è certo un’invenzione recente. Risale agli inizi del XIX secolo, con racconti incredibili di persone che percorrevano centinaia, e talvolta migliaia di chilometri, in “retromarcia”. Molti di questi episodi erano il risultato di scommesse impulsive, mentre altri rappresentavano semplicemente tentativi di stabilire nuovi e bizzarri record da vantare.

Camminare all’indietro si è rivelato essere non solo una pratica benefica dal punto di vista fisico, ma anche un approccio terapeutico ampiamente utilizzato in fisioterapia per mitigare i disagi associati al mal di schiena, problemi al ginocchio e l’artrite. Questa tecnica ha dimostrato di avere radici antiche, con le sue origini che si perdono nei meandri dell’antica Cina.

Le sue applicazioni, tuttavia, non si fermano alla risoluzione di problematiche fisiche. Camminare all’indietro può avere un impatto positivo anche sulle capacità cognitive. La pratica sembra contribuire al potenziamento della memoria, dei tempi di reazione e delle capacità di problem-solving.

Questi benefici hanno attirato l’attenzione di ricercatori negli Stati Uniti e in Europa, che stanno esplorando l’uso del retro-walking non solo come parte integrante della terapia fisica, ma anche come strategia per migliorare la prestanza muscolare.

In un panorama in cui l’approccio alla salute si evolve costantemente, il camminare all’indietro emerge come un’opzione intrigante, affacciandosi come un connubio tra antiche pratiche orientali e moderne scoperte scientifiche occidentali.

“La nostra ricerca ha dimostrato che, indirettamente, camminare all’indietro presenta alcuni benefici per il dolore lombare, perché si allungano i muscoli posteriori della coscia”, ha dichiarato Janet Dufek, esperta di biomeccanica presso l’Università del Nevada negli Stati Uniti. “Spesso uno dei problemi legati al mal di schiena sono i muscoli posteriori della coscia molto tesi.”

Durante la loro ricerca, Dufek e il suo team hanno scoperto che camminare all’indietro per soli 10-15 minuti al giorno, per un periodo di quattro settimane, ha prodotto notevoli miglioramenti nella flessibilità dei muscoli posteriori della coscia in un campione di 10 studentesse in condizioni di salute ottimale.

Si è inoltre dimostrato che questa pratica influisce positivamente sulla robustezza dei muscoli della schiena, che rendono stabile e flessibile la colonna vertebrale.

Non solo gli sportivi, ma anche gli anziani, i giovani, gli individui in sovrappeso, i pazienti affetti da osteoartrite e coloro che stanno affrontando problemi di deambulazione post-ictus hanno sperimentato vantaggi derivanti da questa pratica. Inoltre, è emerso che chi cammina all’indietro consuma un maggior numero di calorie rispetto a chi cammina normalmente.

Un’altra indagine ha confermato che attività come camminare all’indietro, osservare un video di un viaggio in treno all’indietro e persino il semplice immaginare di camminare all’indietro, hanno notevolmente potenziato la capacità dei partecipanti di ricordare informazioni.

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