"Da quel ponte mia madre mi disse di buttarmi": il potente post di Ema Stokholma

Sono passati 30 anni da quando la conduttrice ha lasciato il paesino in cui è cresciuta, e dove visse un’infanzia difficile e dolorosa, segnata dalle violenze della madre su di lei e su suo fratello maggiore Gwendal.

Sono passati 30 anni da quando Ema Stokholma ha lasciato il paesino in cui è cresciuta, Romans-sur-Isère, un piccolo villaggio a sud della Francia. Qui la conduttrice radiofonica visse un’infanzia difficile e dolorosa, segnata dalle violenze della madre su di lei e su suo fratello maggiore Gwendal. Ora, dopo tutto questo tempo, e dopo essere fuggita da quella vita, è tornata in quei luoghi insieme al suo compagno Angelo Madonia, una sorta di viaggio nel tempo per affrontare gli incubi del passato e poter dire finalmente a se stessa “Guarda che sei viva e che stai alla grande”.

“In 20 minuti avevamo già visto tutto. Chiusa la pratica. 30 anni che aspettavo questo momento e in manco mezz’ora finiamo tutto e non se ne parla più” scrive Stokholma sul suo reel Instagram, nella didascalia del video del suo viaggio, quasi credendo che in poco tempo sarebbe riuscita a lasciarsi tutto alle spalle per sempre: “Non ci ero tornata più a Romans sur Isère. Che cazzo ci tornavo a fare in quel posto dove ero nata, cresciuta, dove ero quasi morta?”, spiega.

Sul quel reel Morwenn Moguerou, questo il nome all’anagrafe di Ema Stokholma, ha voluto descrive di pancia i momenti vissuti nel breve viaggio che l’ha riportata a casa:

Quasi 30 anni fa in una Peugeot 106 insieme a mia madre e mio fratello cercavamo una nuova vita. Pochi anni dopo quella partenza scappavo di casa per non tornarci mai più, scegliendo l’Italia come un pomodoro sceglie lo spaghetto, perché questa nuova vita non l’avevo trovata io, e la violenza degli anni passati non era rimasta in quella cittadina del Sud della Francia ma era salita con noi sulla Peugeot e se fosse stata una Citroen sarebbe stato lo stesso. (…) Quindi 30 anni dopo sono in quelle strade e sto correndo come quando non mangi da troppe ore e ti ingozzi, ma non senti i sapori ti riempi e basta. Ho troppa fame e ho desiderato questo pasto da talmente tanto tempo che ora non mi rendo neanche conto che sono già alla scarpetta.

“Sto correndo per le stesse strade dove correva mio fratello anche se a me diceva che camminava veloce, ma io avevo il fiatone per seguirlo. – continua la scrittrice, che già nel 2020 aveva parlato delle violenze subite dalla madre nel libro Per il mio beneQuelle strade le ho percorse senza vestiti, nuda come un bruco verme quando scappavo dalle botte. Da quel ponte mia madre mi disse di buttarmi, oggi non so perché istintivamente ho sputato nell’acqua, davanti ad Angelo Madonia che mi guardava incredulo. Strano come i ricordi siano selettivi. Immagini quotidiane ma insignificanti ti si imprimono in un angolo della testa o della pancia e non sai perché”.

E Stokholma continua anche nei commenti, da dove la conduttrice sottolinea come in quel paese credeva di non avere, non solo un futuro, ma neanche la certezza di un presente:

Sono stata dove da bambina non pensavo di aver un oggi, insieme a Angelo e Jordan, come per dire guarda che sei viva e che stai alla grande, guarda che stringerai i denti e diventerai sensibile. La verità? Ho vomitato tutta la notte.

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