Sembrava non essere possibile, eppure c’è qualcuno – più d’uno, in realtà – che oggi guarda con nostalgia al 2020, al periodo del lockdown. “Ricordate il periodo di lockdown, quando tutti si dedicavano alla preparazione del pane in casa, ballavano, si davano all’arte, si prendevano cura delle loro piante e imparavano nuove cose utili?” si legge in un video, ironico, pubblicato su TikTok.

Anche se le lacrime della clip sono create da un filtro, però, a quanto pare il sentimento di nostalgia verso quel periodo sicuramente particolare della storia dell’umanità è condiviso da più d’uno, come si intuisce dai commenti.

“Mi manca il lockdown, la vita si è fermata come per incantesimo, e per un po’ siamo riusciti a respirare”, “Ricordate quando non c’era inquinamento e il cielo era blu”, si legge tra le varie risposte al video. E ancora: “Mi manca il periodo di massimo lockdown. Facevo lunghe passeggiate con il mio cane, mi perdevo nella natura, dipingevo, facevo lavori fai-da-te, guardavo tutte le mie serie preferite di fila, gli sconosciuti erano gentili. ”

Insomma, i commenti nostalgici sono davvero molti, anche se qualcuno si domanda stupito se davvero si abbia intenzione di rimpiangere il lockdown, mentre altri sottolineano che, in quanto lavoratori essenziali, quel periodo sia stato per loro davvero complicato e di certo non da guardare con malinconia.

Sembra che il sentimento sia tutt’altro che eccezionale, tanto che la “quarantine nostalgia” è diventata una vera e propria sottocategoria su TikTok, con oltre 80 miliardi di visualizzazioni. I motivi di questa particolare sensazione di rimpianto sono diversi, anche in accordo con quanto dicono alcuni specialisti: la psicoterapeuta Micheline Maalouf, ad esempio, suggerisce che a far sorgere questo genere di sensazione sia l’idea di aver potuto passare del tempo senza fare nulla, mentre secondo la psicologa Carla Marie Manly il lockdown ha permesso alle persone di rinunciare agli eventi sociali senza sensi di colpa, offrendo loro un periodo in cui poter riflettere e progettare la propria vita. Ora, con il ritorno alla normalità, molti si sentono destabilizzati abbandonando le certezze domestiche.

La psicologa e terapista cognitivo-comportamentale Becky Spelman spiega che durante il lockdown, con la rimozione degli obblighi normali, le persone hanno avuto la libertà di progettare la propria vita mentre ora, con il ritorno degli impegni e dei ritmi serrati, la riflessione si è inevitabilmente ridotta. Molte persone temono di non recuperare mai più quel livello di tempo libero e hanno iniziato a vedere il lockdown come un periodo di rivalutazione e opportunità per apprezzare le cose e le persone che mancavano.

In conclusione, come afferma la psicologa Kath Helper, il lockdown è stato un periodo unico nella storia umana che ha offerto l’opportunità di fare un passo indietro e rivalutare la vita che si voleva vivere.

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