Secondo un report realizzato da WeWorld, organizzazione italiana che da 50 anni si impegna a garantire i diritti di donne e dei bambini in 25 Paesi, i periodi di DaD scolastica sono stati profondamente deleteri per la formazione degli studenti. Si è stimato che l’istruzione a distanza produrrà una perdita di apprendimento pari a 0,6 anni di scuola e un aumento del 25% del numero di bambini con basso livello di competenze.

Questo peggioramento della qualità formativa sembra essere dovuta principalmente al digital divide, cioè all’impossibilità di alcuni bambini di avere accesso ai dispositivi digitali a casa propria. Secondo i dati presentati da WeWorld, nei primi mesi della pandemia circa il 70% degli under 18 con cui WeWorld lavora nelle periferie italiane non disponeva a casa né di un pc né di una connessione Internet.

Un problema di proporzioni considerevoli, che ha impedito a circa 600mila studenti di prendere parte alla formazione a distanza. Mai come durante la pandemia, dunque, sono emerse le profonde disparità sociali da sempre presenti in Italia e ora inasprite. In questa situazione la povertà economica si lega in modo indissolubile a quella educativa, rendendo pressoché impossibile per i bambini in condizioni economiche disagiate ottenere una formazione adeguata. Il gap sociale, quindi, si fa purtroppo sempre più marcato.

Non solo. I dati dello studio di WeWorld dimostrano che il sistema scolastico italiano è uno dei più stressanti al mondo. Oltre al metà degli studenti ha dichiarato di sentirsi nervoso e ansioso durante lo studio. Inoltre, la mancanza di pause adeguate dovuta alla DaD ha reso gli studenti più stanchi, stressati e disinteressati alle materie scolastiche. Questo, naturalmente, ha causato un notevole abbassamento dei voti. Un dato da non trascurare e che nel 2020, in piena pandemia, la percentuale dei giovani tra i 15 e i 24 anni non impegnati né nel lavoro né nello studio ha raggiunto quota 20,7%.

Meno marcate, invece, sarebbero le differenze di genere, anche se gli stereotipi sono ancora molto forti e spingono genitori e insegnanti a indirizzare gli studenti verso diverse carriere professionali in base al sesso di appartenenza.

Le proposte di WeWorld

WeWorld ha stilato una breve lista composta da tre punti essenziali per rivoluzionare il sistema scolastico italiano e migliorare la qualità formativa, permettendo l’effettivo accrescimento delle competenze di ogni singolo studente.

1 – Estensione dell’obbligo di istruzione dalla fascia 6-16 anni alla fascia 3-18 anni

La prima proposta dell’organizzazione è allungare il periodo di istruzione obbligatoria fino ai 18 anni di età. Questa misura favorirebbe la diminuzione della dispersione scolastica, riducendo considerevolmente il numero dei giovani che non studiano e non lavorano. Gli anni tra i 16 e i 18 sono infatti fondamentali per il corretto indirizzamento professionale dei ragazzi.

2 – Rimodulazione del calendario scolastico

Il secondo obiettivo di WeWorld sarebbe quello di ridurre le vacanze scolastiche da tre mesi a due (luglio e agosto). Il resto dei giorni di vacanza non andrebbero persi, ma verrebbero uniformemente ridistribuiti nel corso dell’anno scolastico, in modo da mantenere costante il numero totale dei giorni di lezione (200).

Questa misura sarebbe utile a prevenire l’abbandono scolastico e la perdita di competenze dovuta alla pausa estiva estremamente lunga. A trarne beneficio sarebbero anche i genitori, che avrebbero meno difficoltà nella gestione dei figli nel periodo estivo.

3 – La figura del “dirigente extra-scuola”

Essenziale, per WeWorld, è l’introduzione di un dirigente incaricato di organizzare al meglio le attività extrascolastiche, che hanno una parte fondamentale nella formazione dello studente. La misura intende risanare le carenze relazionali dovute principalmente dalla pandemia, incentivando il salutare confronto tra i giovani.

La discussione continua nel gruppo privato!
Seguici anche su Google News!